Arturo, ormai adulto, racconta la storia della sua infanzia fiabesca e della sua prima giovinezza tormentata, immerse in un tempo storico non precisato ma carico di un sapore antico, di poco precedente ma insieme lontano dalla seconda guerra mondiale, in cui l’isola di Procida, altra protagonista de L’isola di Arturo, risplende di un fascino puro e ancora selvaggio.
Trama de L’isola di Arturo
Arturo vive una vita spartana a stretto contatto con la natura e senza vincoli sociali nel castello diroccato noto come la Casa dei Guaglioni, che suo padre ha ereditato da Romeo l’Amalfitano, un vecchio misogino dell’isola. Il ragazzo trascorre così le sue giornate bighellonando per l’isola, immaginando allo stesso tempo di compiere avventure straordinarie e leggendo libri d’imprese eroiche che sogna un giorno di emulare lui stesso.
Fatta eccezione per il suo “balio” Silvestro, che lo ha accudito amorevolmente fino all’età di 6 anni, e la compagnia della fidata cagnolina Immacolatella, Arturo vive in uno stato di isolamento. Un isolamento e una conseguente solitudine causati principalmente dalla perdita dell’amore materno (sua madre è, infatti, morta dandolo alla luce) e dalle continue assenze di suo padre, l’italo-tedesco Wilhelm Gerace.
Lo scorrere immutabile delle giornate subirà un cambiamento quando Wilhelm, di rientro da uno dei suoi misteriosi viaggi, porterà sull’isola la sua nuova moglie, la pia e timorosa Nunziatella, di soli 2 anni più grande di Arturo. Le reazioni contrastanti che la nuova arrivata suscita in lui causeranno in lui i primi turbamenti dell’adolescenza e segneranno la fine dell’infanzia. Questa sarà accompagnata da una presa di coscienza su suo padre. Proprio il rapporto fra il ragazzo e suo padre, figura ambigua e “scandalosa”, ma venerato da Arturo alla stregua di un sovrano, giungerà a un punto di non ritorno nel romanzo che da tragedia epica si volgerà in parodia.
L’isola di Elsa Morante
L’isola di Arturo è il libro che consacrò Elsa Morante nell’olimpo degli scrittori con la vincita del Premio Strega nel 1957, fatto tanto più notevole se si tiene conto che lei fu la prima scrittrice a riceverlo. Con questo romanzo sembra essersi posta al centro della sua produzione artistica, iniziata con un esordio giovanissimo riservato alla scrittura di racconti e storie per bambini. L’isola di Arturo conserva il mondo magico e simbolico di quei racconti e di Menzogne e sortilegi, suo primo romanzo,ma allo stesso tempo si proietta nella dimensione storica che raggiungerà il suo culmine nel romanzo La Storia.
La Misoginia
Mentre i personaggi maschili, Wilhelm e Arturo, oziano indisturbati sulla spiaggia, lasciano che la loro pelle si scurisca sotto il sole cocente nelle lunghe estati procidiane e vagano come anime erranti sull’isola che sembra appartenergli, le donne restano escluse da questo e tutto il resto. La pelle bianca di Nunziatella è la cifra di questa tacita discriminazione, della mancata libertà di passeggiare indisturbata sulla spiaggia, che pure è a portata di mano. Così come preclusi le sono tutti i viaggi, fatti da Wilhelm o sognati da Arturo, al di fuori dei confini dell’isola. L’unico posto possibile per la donna sembra essere a casa, come madre ad aspettare il ritorno del marito.
E lo stesso accesso al luogo da chiamare casa, sembra dipendere da una prova da superare per la povera Nunziatella, la quale dal primo giorno, di quel matrimonio forzato con un uomo che non ama e che non la ama, si ritrova in un luogo ostile, in cui lo spirito di Romeo l’Amalfitano sembra essere più vivo che mai nella casa dei Guaglioni, dove le donne non sono le benvenute. Una prova che nondimeno Nunziatella, a differenza della madre di Arturo e della cagnolina Immacolatella, riesce a superare.
Un amore impossibile
Gli amori contrastati, abusati o proibiti animano la trama da cui si avviluppano le vicende delle anime in pena de L’isola di Arturo. L’oggetto primo della sua quête sembra essere proprio l’idea stessa dell’amore. Un amore che non può realizzarsi semplicemente perché Arturo è stato privato di quell’amore primordiale materno, di cui invece viene sommerso Carminiello (il fratellastro di Artuto), unica anima beata del romanzo.
Il vuoto in Arturo, dall’altro canto, non è mai stato colmato nemmeno dal padre, il quale, seppur vivente, è cinico e distante. Wilhelm, da parte sua, rigetta sia l’amore per le donne che quello per il figlio. Dietro la sua misoginia, che lo accomuna con Romeo, c’è un disprezzo non celato per sua madre. Ma anche il suo amore omosessuale per Tonino Stella, forse anche per Romeo, sembra non aver nulla di puro, al contrario, Wilhelm si ritrova a tradire sia la memoria di Romeo che quella dell’amico Marco, oltre che Nunziatella, e a “comprare l’amore” di Stella.
In tutto questo, Arturo si affaccia faticosamente all’età adulta, cercando di trovare la sua strada, ma allo sbarramento di tutte le vie in cui si imbatte non sa che reagire con la gelosia. Verso Nunziatella, verso suo padre, verso Carminiello. Finché una mano amica, l’unica che gli dimostra amore, lo aiuterà a varcare i confini dell’isola.
Wilhelm: da sovrano a suddito
Il romanzo di Elsa Morante sembra andare in due direzioni simmetriche ma opposte. Alla progressiva crescita fisica e maturazione di Arturo fa da contrappunto la parabola discendente del padre. L’universo concettuale della prima parte del romanzo ruota intorno alla sfera semantica della tragedia, del mito. Wilhelm è negli occhi di Arturo l’eroe, il sacro e allo stesso tempo il più misterioso di tutti.
La mia infanzia è come un paese felice, del quale lui [Wilhelm] è l’assoluto regnante.
L’isola di Arturo di Elsa Morante
Nella seconda parte, mentre assistiamo al lento declino fisico di Wilhelm, lo vediamo perdere la sua spavalderia e diventare suddito nelle mani dell’uomo di cui si è innamorato, elemosinando anche solo una parola da parte sua.
Non certo che fosse guarito dal suo pensiero fisso, anzi, avrei detto che quel pensiero lo teneva, più che mai, nel proprio potere sovrano.
L’isola di Arturo di Elsa Morante
La progressiva perdita dell’innocenza infantile coincide con il disvelamento del vero volto del padre, che appare ad Arturo finalmente per quello che realmente è: il re nudo o, nelle parole di Stella, una Parodia.
Titolo: L’isola di Arturo
Autore: Elsa Morante
Casa editrice: Einaudi
Anno di Pubblicazione: 1957
Numero di pagine: 402
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