Trama – Il protagonista del romanzo Neve è Ka, un poeta della media borghesia turca, in esilio politico da 12 anni in Germania. Ka, tornato in Turchia per il funerale della madre, decide poi di recarsi nella sperduta e impoverita città di Kars, un tempo crocevia culturale ed etnico, per indagare sulla morte di alcune giovani donne, legate al gruppo delle ragazze velate, che si sono suicidate. È, allo stesso tempo, mosso dal desiderio latente di rincontrare Ipek, una donna dalla straordinaria bellezza, di cui era invaghito ai tempi dell‘Università. In Ipek, Ka ripone tutte le sue speranze di felicità, al pari di un‘ancora di salvezza che gli consenta di sottrarsi alla solitudine in cui vive a Francoforte. Ka resterà a Kars per tre giorni, ispirato e bloccato dalla neve e verrà, suo malgrado, coinvolto nelle vicissitudini che si abbatteranno in rapida successione sulla cittadina. La cronaca di queste fitte giornate, fatte di densi dialoghi politici e religiosi, l’omicidio del direttore della scuola per ragazze e un „teatrale“ colpo di stato costituiscono il grosso della narrazione.
Pamuk in Neve
La storia è raccontata in terza persona da un narratore, a tratti ingombrante, che non risparmia commenti e anticipazioni. Il narratore si rivela essere lo stesso Pamuk, il quale, com’è sua consuetudine, compare in prima persona nel libro. Si spinge persino a citare due dei suoi libri: Il museo dell’innocenza (che verrà pubblicato anni dopo, ma già in lavorazione) e Il libro nero. La sua ossessione per gli oggetti, che raggiungerà la sua apoteosi nel Museo dell’innocenza, è qui già riconoscibile.
Ohran Pamuk riveste il ruolo di amico e ricercatore. Al pari del ricercatore e studioso di un autore di cui si vogliono seguire i passi, Pamuk si mette alla ricerca dei luoghi in cui Ka è passato e ricostruisce così il suo soggiorno a Kars. Apparentemente alla ricerca del libretto verde degli appunti, su cui Ka ha annotato le sue poesie inedite, Pamuk va ben oltre questo proposito fino al punto di mescolare il suo personaggio con quello di Ka e prenderne il posto.
Ka, Kar, Kars
Con un abile gioco di parole, Pamuk racchiude nella triade (quasi hegeliana) Ka, Kar, Kars il processo di ricerca dell’identità del singolo (Ka) e, allo stesso tempo, di un ecosistema più ampio che, nel nome della città di Kars, rappresenta forse un po’ tutta la società turca. Una Turchia divisa tra secolaristi e fanatici islamici, tra Occidente e Oriente. Per capire questa triade, però, bisogna far ricorso alla lingua originale in cui il libro è stato scritto, cioè il turco. In turco, infatti, il titolo del libro è Kar, che significa neve. In questa prospettiva, la neve, titolo del libro, così come della raccolta di poemi di Ka, è musa e centro della poetica di Ka, ma acquista anche nella prospettiva hegeliana un significato nuovo. Ka, il soggetto può entrare in questo processo dialettico, per ritrovare se stesso nella società di Kars, solo passando per quell’opposizione svolta dall’oggetto. La neve, per l`appunto, che lo ispira e allo stesso tempo blocca lui e tutta la cittadina. La sintesi sembra fallire amaramente per Ka, che non si ritrova in Kars e sembra superare l‘oggetto solo per uscirne più solo di prima.
Il processo poetico nella prosa
La parte che più ho amato di questo libro è, probabilmente, la grande enfasi che Pamuk pone sul processo poetico, sul disvelamento della poesia nel suo manifestarsi al poeta. L‘ispirazione poetica ritorna dopo anni, per poi svanire definitivamente al suo ritorno in Germania, quando il poeta si ritrova confrontato con i luoghi che gli ricordano la sua infanzia. Dai ricordi, dialoghi, avvenimenti e impressioni sensoriali “vengono” a Ka, in maniera puramente arbitraria e inaspettata le poesie. Pamuk descrive l’intero lessico che gravita attorno al processo poetico come ricezione, “come ascolto della musica nascosta da cui scaturisce l’arte”.
In Kars lui [Ka] aveva avuto l‘impressione di essere un medium, come se qualcuno gli avesse sussurrato i poemi all’orecchio, ma di ritorno a Francoforte, non riuscì quasi più a sentirle.
Neve di Ohran Pamuk
È un bell’esempio di come la prosa possa tematizzare la poesia.
Le poesie, di cui conosciamo solo il titolo, costituiscono una raccolta. Ogni poesia trova la sua collocazione in un angolo di un disegno che rappresenta la struttura di un fiocco di neve. Il posto centrale è ricoperto dalla poesia autobiografica Io, Ka.
Ka e gli altri personaggi
Ka è un eroe a metà. Avrei voluto amarlo, ma non ci sono riuscita. E Pamuk non ci aiuta in questo. Del resto Ka non piace a nessuno. Ka è un uomo profondamente solo, ma allo stesso tempo si sente superiore alla gente di Kars. In primo luogo perché è un intellettuale e, in secondo luogo perché si è occidentalizzato in Europa. Nel modo in cui ama Ipek, ci ho riletto in qualche modo l’egoistico senso di appartenenza di Kamal nei confronti di Fusun del Museo dell‘Innocenza. La sua purezza intellettuale, d’altra parte, è offuscata dalla sua ossessione per il porno, che sfiora il perverso. A Kars, Ka persegue i propri interessi, che sono l’unica cosa che gli interessa davvero. Il destino degli abitanti di Kars non sembra toccarlo.
Pamuk, a mio parere, è più magnanino con gli altri personaggi. Necip il giovane religioso dall’animo puro, Kadife la temeraria studentessa che indossa il velo come atto di protesta e non si tira indietro davanti a niente. E infine Blue il carismatico capo del gruppo religioso con solidi ideali, da cui Ka si sente minacciato.
Il Messaggio nel romanzo Neve di Ohran Pamuk
Il romanzo Neve non è un libro che si legge tutto d’un fiato. Si tratta di un romanzo denso, in cui le diatribe politico-sociali della Turchia sono lasciate ai dialoghi, come se si volesse dare l’opportunità ai singoli gruppi etnici e politici di perorare la propria causa e indirizzare il proprio messaggio al lettore in maniera imparziale, riducendo al minimo la presenza del cronista. Ka, come Pamuk, resta neutrale. Dietro il lettore, a cui il popolo di Kars rivolge un messaggio, c‘è l’Europa. Un’Europa che alcuni invidiano e cercano di imitare e che altri vedono come luogo di decadenza dei valori morali. Punto in comune dei cittadini di Kars, e di partenza delle loro riflessioni, è una Turchia malinconica per il ricordo di una gloria, quella dell’impero Ottomano, ormai perduta.