Nuccio Ordine: Un Umanista nell’era digitale

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In memoria del Professore Nuccio Ordine scomparso un anno fa.

Nuccio Ordine un Umanista nell'era digitale

Un anno fa, in un’assolata giornata cosentina, mentre gli studenti dell’Unical, liberi dai loro corsi, si concentravano sugli imminenti esami estivi, il Professore Nuccio Ordine si spegneva nell’ospedale Annunziata, dopo una breve agonia dovuta ad un’emorragia cerebrale. Aveva 64 anni e la vita, che troppo presto lasciava, era stata intensa e ricca di soddisfazioni. L’ultima di queste era arrivata un mese prima della sua morte con l’annuncio del conferimento del Premio Principessa delle Asturie. Ma non ci sarà il tempo per riceverlo quel premio. Alla cerimonia di premiazione, il 20 Ottobre 2023, saranno sua sorella Maria e la compagna Rosalia, tra commozione e orgoglio, a ritirare il premio per lui.

Quella stessa vita, ricca di successi e riconoscimenti, non era certo arrivata servita su un piatto d’argento, al contrario. Nuccio Ordine nasceva nel ’58 in una Calabria ancora rurale e lontana dal miracolo economico che riabilitava l’Italia dal centro al nord. A Diamante, paese sulla costa tirrenica, Ordine trascorre i primi anni della sua vita in una famiglia amorevole ma di umili origini. Chi nasce al sud sa che la sua vita non sarà facile, che gli costerà enormi sacrifici emergere; rompere con una tradizione di sottomissione e cercare il riscatto. Il giovane Nuccio investe tutto nella cultura e, nella nascente Università della Calabria, trova un’anima amica nel Professore Giulio Ferrone, è lui che lo prenderà sotto la sua ala protettrice. Da qui l’incontro, durante gli anni del dottorato, con Alain Segonds – allora direttore delle edizioni parigine Les Belles Lettres – con il quale inizierà una un’intensa collaborazione di saperi, che lo porterà, nel tempo, ad assumere la direzione di 3 collane per la casa editrice.

Professore ordinario di letteratura, critico letterario, saggista e studioso di fama mondiale della letteratura italiana del Cinquecento e soprattutto di Giordano Bruno – l’umanista del libero pensiero – tutto questo, e molto di più, è stato Nuccio Ordine. A Bruno, sua bussola morale, con il quale ha vissuto in simbiosi letteraria e spirituale, ha dedicato diverse opere, tra cui la sua tesi di dottorato La Cabala dell’asino. Asinità e conoscenza in Giordano Bruno, in cui analizza il concetto di asinità riscattandolo dalla sua accezione negativa e riconoscendo come l’asino sia, nelle opere di Bruno, strettamente legato al tema della conoscenza. E ancora La soglia dell’ombra (2003) e Contro il vangelo armato (2007).

Con il suo Pamphlet L’utilità dell’Inutile (2013), tradotto in 24 lingue, Ordine ha riscosso un grande successo di pubblico, che lo aveva consacrato “saggista italiano più conosciuto nel mondo”. Sulla scia de L’utilità dell’Inutile erano seguiti altri saggi: Classici per la vita. Una piccola biblioteca ideale (2016) e Gli uomini non sono isole. I classici ci aiutano a vivere (2018). In quest’ultimo saggio, Ordine inneggia alla coesione sociale, rifacendosi ancora una volta a Giordano Bruno. Per farlo rintraccia frammenti di testi di grandi pensatori e allo stesso tempo lancia una critica aperta a un’Europa divisa dagli individualismi nazionalistici e da politiche immigratorie non solidali.Un saggio che consiglio a chi voglia continuare questo percorso di letture. Più che mai, infatti, abbiamo bisogno di umanisti che sensibilizzino una società che sta diventando sempre più indifferente alla sofferenza dell’altro. Una società, la nostra, malata di empatia selettiva. È di “cavalieri moderni”, che si lancino nelle loro battaglie contro i mulini a vento – ben reali in questo caso – dei poteri forti, che abbiamo bisogno. Di un pensiero critico che sia in grado di guardare oltre “le verità assolute” e che crei così quell’agio in cui si pratica la ricerca della conoscenza. Soprattutto, abbiamo bisogno di una memoria storica, perché, per citare lo stesso Ordine:

Solo conoscendo il nostro passato, possiamo comprendere il presente e immaginarci il futuro

Nuccio Ordine ci ha lasciato il 10 giugno 2023. Ma vive e vivrà per sempre nella sua produzione letteraria e nel suo insegnamento all’Università della Calabria. Oltre alla ricchezza che ci lascia con le sue opere, Nuccio Ordine sarà ricordato per la sua attività pedagogica. Di Ordine, ho amato il suo assumere la sua professione di Professore come una vocazione. Una missione, la formazione dei suoi studenti, che non ha mai mancato di porre al centro delle sue opere. I suoi studenti, pubblico attento e avido di sapere, ora orfani di una figura guida che li aiuti a orientarsi negli intricati meandri del sapere istituzionalizzato, figuravano sempre nei ringraziamenti all’interno dei suoi libri. A loro, Nuccio Ordine che non ha avuto figli, ha lasciato la sua biblioteca.

Di Nuccio Ordine ho, inoltre, amato il fatto che sia rimasto fino all’ultimo legato alla sua terra. Conosciuto in tutto il mondo, fellow dell’Harvard University, Visiting Professor alla Humboldt di Berlino e in molti altri centri, tra cui l’America Latina, direttore di tre collane di classici per Les Belles Lettres di Parigi, avrebbe potuto vivere in ognuno di questi posti, ma, dopo brevi soggiorni, ha sempre saputo trovare la strada di casa: la sua Calabria. Non solo non ha mai rinnegato, o dimenticato le sue origini, ma, al contrario, le ha portate con orgoglio. E la sua Calabria ricambia amore con amore e con orgoglio ricorda uno dei suoi migliori cittadini, uno di noi, ma anche un grande Umanista. Si spera non l’ultimo in questa era digitale.  

Ora vi invito ad ascoltarlo, ne rimarrete entusiasti!

Video youtube – Ordine parla ad un pubblico spagnolo

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