Oliver Twist Charles Dickens (Riassunto)

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Oliver Twist è uno di quei libri che sempre mi riporterà con la memoria ai banchi di scuola. A quelle lezioni di letteratura inglese che tanto mi affascinavano e in cui già si notava il mio grande amore per le lingue straniere, a parte per i libri s’intente.

Non penso di sbagliare nell’affermare che Charles Dickens (1812-1870), è lo scrittore di lingua inglese più studiato – secondo probabilmente solo a William Shakespeare – nelle scuole italiane, lo era allora e lo è ancora oggi. Le ragioni sono evidenti: nessun autore è riuscito al pari di Dickens a rappresentare le peculiarità e le contraddizioni, in altre parole, lo spirito di un’era: quella vittoriana.

E poi c’è un’altra ragione, che rende Charles Dickens particolarmente amato tra gli studenti. Dickens sa parlare alle corde più profonde dell’animo, sa far rimescolare i sentimenti d’indignazione e il senso di giustizia, ancora così marcati nella gioventù. Le sue storie parlano di povera gente, oppressa e angariata, ma mai completamente persa. Dietro al fatalismo c’è una luce di speranza, una promessa di rivalsa. Ci si affeziona e si fa il tifo per questi suoi personaggi, così vicini nonostante la distanza temporale.

Cenni generali sull’opera

Oliver Twist è il secondo romanzo di Charles Dickens dopo il fortunato Il Circolo Pickwick pubblicato nel 1836. Come questo suo primo romanzo, anche Oliver Twist fu pubblicato dapprima a puntate – come del resto avverrà anche con le sue successive opere – comparendo a partire da febbraio del 1837 fino all’aprile 1839 sulla rivista Bentley’s Miscellany.

A differenza del suo primo romanzo, però, Charles Dickens non si focalizza più sulla rappresentazione di una società inglese scanzonata, ma decide, invece, di investigare e mettere a nudo i temi più scomodi e taciuti dalla ricca borghesia. L’ingiustizia sociale è chiaramente uno di questi, senza essere l’unico, e sarà quello che farà di Oliver Twist uno dei primissimi romanzi sociali.

C’è, poi, un altro elemento di primato che riguarda il romanzo: Oliver Twist è il primo romanzo anglofono ad avere un bambino come protagonista. Non un bambino qualunque, peraltro, ma uno brutalmente sfruttato, oltre che da brutti tipi, dal sistema stesso che permette il lavoro minorile e l’asservimento totale delle giovani vittime. Ecco che Oliver Twist oltre ad essere un romanzo sociale, diventa più propriamente un mezzo per smascherare l’ipocrisia delle istituzioni confermandosi così a pieno diritto come uno dei migliori romanzi di denuncia sociale del tempo.

Riassunto – Chi è Oliver Twist?

Se dovessi sintetizzare in poche parole le vicende di Oliver Twist, per quelli tra di voi che non ne conoscono la storia, inizierei innanzitutto spiegando chi è Oliver Twist. Oliver è un orfanello di circa 9 anni, all’inizio della storia, che non ha mai conosciuto i suoi genitori. Il bambino è di buon animo ma è perseguitato dalla sfortuna e dalla cattiveria umana. Il romanzo segue le sue avventure, tra disgrazie e rinascite, e la scoperta della sua vera identità nell’iniqua Inghilterra del diciannovesimo secolo.

Capitolo per capitolo

Il romanzo è costituito da 53 capitoli, che corrispondono ad altrettante puntate comparse sulla rivista, dai titoli particolarissimi e spesso umoristici. Si può dire che questi abbiano in più, rispetto ai normali titoli, non solo la funzione di descrivere e anticipare ciò che avverrà ma anche quella di preparare il lettore ad immergersi nella storia.

Vi propongo alcuni di essi:

  • I: Che tratta del luogo in cui Oliver twist venne alla luce e delle circostanze relative alla sua nascita.
  • II: Che tratta del modo in cui Oliver Twist venne allevato, istruito e alloggiato.
  • III: Che riferisce di come Oliver Twist fu lì lì per trovare un’occupazione, che non sarebbe stata di certo una sinecura
  • IV: Oliver che si vede offrire un altro lavoro, fa il suo primo ingresso nella vita pubblica.
  • V: Oliver stringe nuove conoscenze. Partecipando per la prima volta a un funerale si forma un’idea sfavorevole riguardo all’attività del suo padrone
  • VI: Oliver, provocato dalle derisioni di Noah, entra in azione lasciandolo piuttosto stupito
  • VII: Oliver persiste nel suo atteggiamento indisciplinato
  • VIII: Oliver arriva a Londra. Lungo il cammino si imbatte in un giovane gentiluomo di strano genere
  • IX: Che contiene ulteriori dettagli riguardo al gioviale anziano gentiluomo e ai suoi allegri discepoli
  • X: Oliver approfondisce la conoscenza con il carattere dei suoi nuovi compagni e, a caro prezzo, acquista esperienza. Un capitolo che, benché breve, ha una grande importanza in questa storia.
  • XI: Che tratta del signor fang, il magistrato di polizia, e fornisce un piccolo esempio del suo modo di amministrare la giustizia
  • XII: Nel quale Oliver viene accudito meglio di quanto lo sia mai stato. E nel quale la narrazione ritorna sul gioviale vecchio gentiluomo e i suoi giovani amici
  • XIII: il perspicace lettore fa la conoscenza con alcune nuove figure, alle quali sono connesse svariate amene questioni attinenti a questa storia
  • XIV: Che contiene ulteriori particolari sulla permanenza di Oliver in casa Brownlow. Con la ragguardevole predizione pronunciata da un certo signor Grimwig a suo riguardo, quando esce per una commissione
  • XV: che mostra quanto affezionati a Oliver fossero il gioviale vecchio ebreo e la signorina Nancy
  • XVI: Che dà conto di ciò che accadde a Oliver Twist dopo che fu prelevato da Nancy

Trama completa

Il primo capitolo si apre con le tristissime condizioni in cui Oliver Twist viene al mondo. La giovane madre lo dà alla luce in una desolata workhouse e muore tragicamente subito dopo. Il bambino cresce perciò in unorfanotrofio senza amore e con scarsissimo cibo.

Presto viene venduto ad un impresario funebre, il signor Sowerberry, che intente sfruttarlo come giovane lavoratore. Sebbene l’uomo lo tenga in simpatia, viene indotto da sua moglie – in seguito ad una lite con un perfido ragazzo, anche lui apprendista becchino, che insulta la madre di Oliver – a maltrattare il bambino. A questo punto Oliver, che vive in campagna, scappa dalla casa di Sowerberry sperando di trovare una migliore sorte a Londra.

Arrivato a Londra ormai allo stremo delle forze, Oliver riceve un aiuto inaspettato da un ragazzo, Jack Dawkins. La generosità di quest’ultimo, si rivela però solo un’apparenza. Jack Dawkins lo introduce, infatti, in un ambiente malfamato di ladri al servizio dell’ebreo Fagin. Durante un tentativo di furto in cui i ladruncoli provano a coinvolgere Oliver per farne un collega, Oliver fa la conoscenza di Mr. Brownlow. Il facoltoso uomo, che era la vittima disegnata del furto, capisce che Oliver è innocente e, mosso a compassione, accoglie Oliver nella sua casa.

Dal signor Brownlow, Oliver, per la prima volta nella sua vita, trova una casa rassicurante e amorevole. Almeno fino a quando il ragazzo non si imbatte in un membro della banda di Fagin che lo rapisce e riporta nel covo dei malviventi nella Londra più sudicia e dark. Ricaduto nella miserabile vita di prima, per Oliver le cose si mettono ancora peggio quando viene nuovamente coinvolto dalla banda in un tentativo di furto in una casa, questa volta ai danni della signora Maylie. Anche questo colpo, grazie a Oliver, fallisce ma il giovane rimane gravemente ferito.

Sarà ancora una volta, proprio la vittima designata, la signora Maylie, a muoversi a compassione e prendersi cura del ragazzo. Ecco che ad Oliver viene ridata una seconda chance di ritrovare una casa, dopo quella di Mr Brownlow, oltre a un’educazione e alle amorevoli cure che gli rivolge Rose, la dolce e giovane nipote della signora Maylie. Oliver trascorrerà diversi mesi nell’idilliaca pace delle campagne londinesi e con quella salvezza così agognata che sembra farsi sempre più completa. Un altro passo verso di essa sarà, per Oliver, ritrovare il suo primo salvatore, Mr Brownlow, ma in un primo momento non gli riuscirà.

Intanto nuove minacce sono all’orizzonte per Oliver, la banda di furfanti capitanata da Fagin non ha mai davvero rinunciato a lui. Sennonché un tipo ancora più losco, unitosi alla banda, mostra uno strano accanimento nei confronti del ragazzo. Il nome dell’uomo è Monks e ben presto si scoprirà che costui altri non è che il fratellastro (per parte di padre) di Oliver. Come è facile sospettare, le ragioni per cui cerca il fratellastro non hanno niente dell’amore fraterno, al contrario, Monks vuole liberarsi di Oliver e cancellare ogni prova che conduce alla sua vera identità in modo da essere unico erede del patrimonio paterno.

Arrivati a questo punto, la scoperta appena fatta consentirà al lettore di raccogliere il primo indizio concreto – e non solo aleatorio come quello offerto dal ritratto di una donna somigliante ad Oliver in casa di Mr. Brownlow – sulla vera identità di Oliver. Ma per scoprire completamente le carte si dovrà aspettare ancora fino al finale.

Nel frattempo, un nuovo angelo custode si unisce alla schiera degli aiutanti del piccolo Oliver. Nancy, un membro della banda di Fagin costretta da quest’ultimo a prostituirsi, avendo origliato la conversazione tra Monks e Fagin e resasi conto del pericolo che Oliver corre, si rivolge alla signorina Rosy per avvertila. Quest’ultima, non sapendo dapprima come agire, si rivolge, poi, a sua volta al Mr. Brownlow che nel frattempo è stato ritrovato da Oliver. Avvisati del piano di Monks, come agiranno i nostri aiutanti? Riusciranno nell’intento di proteggere Oliver?

Oliver twist libro

Il finale: spoiler alert!

Per quelli tra di voi che si chiederanno come finisce Oliver Twist? È facile rispondere: ecco, tutti i nodi venire al pettine. Mr. Brownlow e gli altri che hanno Oliver a cuore riescono, grazie alla soffiata di Nancy, a sabotare il piano di Monks, questo viene catturato e obbligato a confessare.

Quello che, infine, si scopre è non solo che Monks è il fratellastro di Oliver, come sapevamo già, ma anche che questi ha acquisito una nuova identità per nascondere le sue origini. Origini che peraltro non sono modeste come si era indotti a pensare, ma risalgono alla ricca borghesia di cui lo stesso Brownlow fa parte. Si scoprirà infatti – che coincidenza! – che il padre di Monks e Oliver, un tale di nome Edwin Leeford, e Mr. Brownlow erano amici.

Oliver è nato dalla relazione clandestina, ma d’amore, di Edwin Leeford e Agnes Fleming. L’’identità di quest’ultima svela il secondo grande colpo di scena sulle vere origini di Oliver. Agnes Fleming, la madre di Oliver, si rivela essere la sorella maggiore della signorina Rose. Cosa che fa dell’amorevole e dolce Rose la zia di Oliver. Quest’ultima, infine, corona il sogno di poter sposare l’uomo che ama e Oliver viene adottato da Mr. Brownlow, con il quale vivrà felicemente.

Si può quindi dire che Oliver Twist sia una favola a lieto fine? Beh, non esattamente perché il lieto fine non è per tutti.

Come se non bastassero le morti premature dei genitori di Oliver e quella del piccolo Dick, l’unico amico di Oliver, c’è soprattutto una grande vittima sacrificale in questa storia. Questa è la povera, cara Nancy. Sì, perché dopo aver aiutato Oliver la donna viene brutalmente uccisa dal suo compagno/padrone che, per mezzo di Fagin, è venuto a conoscenza del “tradimento” di Nancy.

Anche Fagin muore, viene, infatti, arrestato e condannato a morte. Il compagno/padrone di Nancy, dopo un tentativo di fuga, muore anche lui e il resto della banda si dissolve.

Ci sono poi altri personaggi in Oliver Twist, a cui non si è fatto cenno per ragioni di sintesi, che tuttavia conservano linee narrative importanti nell’universo dell’opera. Cosa ne sarà di questi? Tendenzialmente, si può dire che l’autore punisca i cattivi con una brutta fine e premi i buoni con un lieto fine. Ma è sempre così? No, la buona Nancy è l’esempio di quest’eccezione, perciò la sua ingiusta fine risulta ancora più triste e tragica.

Lo stile melodrammatico di Dickens

Oliver Twist è narrato tutto in uno stile classico in cui l’ordine cronologico è rigorosamente rispettato e i dialoghi sono ben riconoscibili e separati dalla narrazione. I capitoli terminano quasi sempre con un cliffhanger volto a mantenere l’attenzione del lettore sempre alta e in fremente aspettativa del prossimo numero – bisogna ricordare che il suo target è la borghesia del suo tempo che cerca intrattenimento nella lettura del romanzo a puntate – che comparirà sulla rivista mensile.

Il narratore racconta in terza persona concentrandosi su Oliver, ma anche sugli altri personaggi che orbitano attorno al protagonista. Questo narratore onnisciente è ampiamente presente nel testo, racconta con umorismo e ironia, spesso con compassione e drammaticità, ma allo stesso tempo si rivolge al lettore commentando, anticipando le vicende e condannando i personaggi.

Il bersaglio dei suoi commenti negativi sono chiaramente i personaggi “cattivi”, ma anche le stesse istituzioni (la workhouse, l’orfanotrofio, il tribunale, il carcere), che sfruttano e maltrattano i poveri invece di venirgli in aiuto, con loro Dickens usa un registro paternalistico – forse si potrebbe definirlo anche puritano – che dimostra nelle sue pungenti note tutta la sua intransigenza.

Con i personaggi “buoni”, invece, il registro è chiaramente melodrammatico. Gli eventi che capitano a Oliver sono indiscutibilmente terribili e suscitano già da sé l’empatia del lettore, ma il modo di raccontare dell’autore, il suo raccogliere simpatia per il suo povero personaggio contribuisce ancor di più a creare un sentito dispiacere, quasi un’afflizione, per Oliver.

Personaggi: i buoni e i cattivi

Il mondo di Dickens è diviso, in maniera alquanto netta e semplicistica, in buoni e cattivi, le vie di mezzo non sembrano esistere. Dalla banda di Fagin allo stesso Oliver Twist, questi due estremi non presentano sfumature. Eppure, la miseria, la totale mancanza di prospettive dei componenti della banda – Fagin compreso – rende le loro malfatte se non giustificabili, quanto meno comprensibili.

D’altra parte, Oliver è un personaggio infinitamente buono, puro di una purezza infantile e incorrotta dalla malvagità umana. Tutta questa bontà potrebbe risultare quasi eccessiva ingenuità man mano che le cattive esperienze continuano e Oliver non riesce ancora a riconoscere il male dietro le azioni altrui.

Nel suo esplorare e dar voce alla quotidiana miseria dei personaggi Dickens non sembra andare fino in fondo nel rendergli la meritata salvezza. Se è vero che Oliver vive nella miseria nei primi anni della sua vita, si scopre poi che appartiene anche lui, di nascita, alla borghesia. Quasi come se si dovesse in qualche modo ribadire che Oliver è “superiore agli altri” in grazia di questa appartenenza. Un sostegno totale di Dickens per le classi sociali indigenti si sarebbe potuto manifestare con un una redenzione di un bambino povero, nato tale, e salvato solo in ragione di un mondo più giusto.

C’è, infatti, da dire che anche se Dickens denuncia le istituzioni pe le loro mancanze, non smette di dimostrare fiducia e rispetto per la borghesia, i cui membri rivestono il ruolo dei buoni. In fondo, bisogna ribadirlo, è la borghesia il suo target di lettori.

Ad ogni modo queste piccole zone d’ombre non sono in grado da sole di adombrare l’intera opera, che nel suo complesso si rivela ancora oggi un classico che non conosce cadute e un ottimo capostipite di altri capolavori futuri quali David Copperfield (1850) e Grandi speranze (1861).

Scheda del libro Oliver Twist di Charles Dickens

Oliver Twist Charles Dickens

Titolo: Oliver Twist

Autore: Charles Dickens

Casa Editrice: Universale economica Feltrinelli

Anno di pubblicazione dell’edizione letta: 2020

Anno pubblicazione prima edizione: 1838

Numero di pagine: 538

Versione originale: Oliver Twist / The Parish Boy’s Progress

Traduzione di Bruno Amato

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