I pesci non chiudono gli occhi di Erri De Luca

I pesci non chiudono gli occhi Erri De luca

Trama – Protagonista de I pesci non chiudono gli occhi è un ragazzino di 10 anni di Napoli che trascorre, come ogni anno, le vacanze estive con la madre in una località balneare. Le giornate trascorrono spensierate e lente nel limbo dell’infanzia, tra il desiderio di crescere e un corpo ancora fermo all’infanzia. L’incontro inaspettato con una ragazzina del nord, anche lei in vacanza con la madre, porterà scompiglio nella vita del nostro protagonista, che cadrà vittima di un gruppo di teppistelli del luogo, gelosi delle attenzioni che la ragazzina riserva al protagonista. Un tenero scompiglio, che sarà ripagato da quella ragazzina, giusta e sveglia, nel più dolce dei modi.

I colori di Ischia

I pesci non chiudono gli occhi è un racconto autobiografico lieve, dolcissimo e malinconico. Ci racconta della purezza dell’infanzia che scopre per la prima volta l’amore, sullo sfondo di un’isola – nei pressi di Napoli ma dal nome non precisato, probabilmente Ischia – perduta nell’estate del 1960, quando le vacanze si chiamavano villeggiatura e duravano fino alla fine di settembre. I personaggi di questo racconto non hanno nomi, emergono dal fondo della memoria di un Erri De Luca adulto, forgiato delle sue conoscenze e esperienze di lotta, di vita.

L’offuscamento della memoria, però, non ci consegna una storia in bianco e nero, al contrario, i colori spiccano sotto il sole dell’estate dei 10 anni di Erri De Luca. Il blu del mare con tutte le sue sfumature si staglia, sopra tutti i colori, sullo sfondo. Il mare è compagno, complice e testimone. A lui si affianca il rosso del sangue, violenza che aiuta a far crescere il corpo, e quello dei pomodori, che tutto il vicinato prepara in conserva, in commiato dall’estate. E poi c’è il bianco, quello del vestito della ragazzina, purezza e promessa di un futuro nuziale che per Erri non arriverà mai.

Tra Napoli e l’America

L’estate sull’isola è il segno di un benessere che sta per arrivare. La Napoli del dopoguerra non la vediamo eppure è tutta lì. Nei racconti di Erri ma soprattutto in quelli di sua madre, che la guerra l’ha vissuta ed ha assistito all’arrivo degli Americani, i nuovi padroni nella sua Napoli offesa. E l’America è il sogno lontano e, allo stesso tempo, a portata di mano per il padre di Erri. Un sogno infranto proprio in quell’estate del 1960, quando la madre prenderà la decisione di non volere vivere lontano dalla sua terra. Quando sarà il turno di Erri di dover prendere una decisone, lui sceglierà di conoscerlo quel mondo, oltre Napoli.

Le parole e i loro giochi

I pesci non chiudono gli occhi Trama e recensione

Ma per adesso siamo ancora lì sull’isola. La pesca in barca e sul molo, le letture e l’enigmistica sotto l’ombrellone sono l’idillio di un’estate che si consuma come quel ghiacciolo che si scioglie al sole. Nel mentre, una ragazzina del Nord, una scrittrice di storie di animali, insegna al piccolo Erri il significato di quella parola amore che sembra muovere le storie nei libri dei grandi. Insieme ad esso quella della parola Giustizia. Una giustizia che l’autore inseguirà nella sua vita adulta, senza probabilmente trovarla mai davvero.

Sulla spiaggia quell’estate mi accanivo sugli schemi dei cruciverba, dei rebus, di anagrammi e di crittografie. Se non li risolvevo non guardavo la soluzione pubblicata nel numero seguente. Lasciavo i vuoti alle spalle e proseguivo. Oggi credo che l’enigmistica sia una buona scuola di scrittura, addestra all’esattezza del vocabolo che deve corrispondere alla definizione richiesta. Esclude quelle affini e l’esclusione è gran parte del vocabolario di chi scrive storie. L’enigmistica mi ha fornito la dote giocoliera necessaria alle parole. Quello che credevo allora un vizio solitario è stato invece l’officina meccanica della lingua.

I pesci non chiudono gli occhi di Erri De Luca

Termina il racconto e svanisce il ricordo con la stessa semplicità con cui era affiorato. Resta la dolcezza dell’innocenza paradisiaca, racchiusa in un’immagine. E ancora un’ultima cornice meta-letteraria, un ultimo gioco di parole: “Adesso e qui sta bene la parola fine, sorella minore di confine e di finestra chiusa”.

I pesci non chiudono gli occhi diventerà un film

La bellezza evocativa del racconto di Erri De Luca, pubblicato nel 2011, non è passata inosservata in Francia, dove i suoi libri vengono regolarmente pubblicati da Gallimard. Les poissons ne ferment pas les yeux ha attirato l’attenzione della regista francese Audrey Gordon che sta, infatti, portando avanti un progetto per un film documentario – una coproduzione OH!PEN di Paola Porrini Bisson, Mad Entertainment e Jando Music in collaborazione con la Francia – ambientato a Ischia e incentrato proprio sul racconto I pesci non chiudono gli occhi. Erri De Luca è direttamente coinvolto nel progetto ed ha partecipato alle riprese che sono iniziate in questo Luglio 2024 e riprenderanno a Settembre.

I pesci non chiudono gli occhi riassunto

Titolo: I pesci non chiudono gli occhi

Autore: Erri De Luca

Casa editrice: Feltrinelli

Anno di pubblicazione: 2011

Numero pagine: 128

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