
Gatsby credeva nella luce verde, nel futuro orgastico che anno dopo anno si ritira davanti a noi. Allora ci è sfuggito, ma non importa: domani correremo più forte, allungheremo le braccia ancora di più… E un bel mattino…
Così navighiamo di bolina, barche contro la corrente, riportati senza posa nel passato.– Il grande Gatsby
Un sabato sera di qualche anno fa fui invitata ad una festa a tema “The great Gatsby”. È superfluo dirlo, mi feci conquistare dall’originalità dell’idea e partii subito alla ricerca dell’outfit adatto. La ristrettezza di budget non mi permetteva di comprare un vestito nuovo, ma ne avevo uno che poteva andare. Allora decisi di puntare tutto sugli accessori: una lunghissima collana di perle (finte), guanti fino al gomito, qualche piuma tra i capelli e l’immancabile bocchino per sigaretta. Incredibile come pochi accessori scelti con cura potessero restituire l’immagine di un’era. La festa fu uno spasso, musica jazz esplosiva, coreografie frenetiche e costumi smaglianti che dovevano ricreare l’illusione degli anni ruggenti.
Quest’anno ricorrono i 100 anni dalla prima pubblicazione de Il grande Gatsby, per l’occasione è stata pubblicata una nuova versione del libro tradotta questa volta da Claudia Durastanti – una delle versioni più famose era stata quella tradotta da Fernanda Pivano nel 1950 – e molti sono ritornati a leggere questo classico mai tramontato davvero.
Pubblicato per la prima volta a New York il 10 aprile 1925, l’accoglienza del pubblico era stata a dire il vero un po’ tiepida, ma non si può dire lo stesso della critica che lo decretò subito un successo. Lo scrittore T.S. Eliot, ad esempio disse de Il grande Gatsby: «il primo passo in avanti fatto dalla narrativa americana dopo Henry James». Dopo la morte dell’autore avvenuta nel 1940 il libro cominciò a riscuotere un grande successo, complici anche le svariate e fortunate trasposizioni cinematografiche, l’immaginario di quegli anni resta, oggi, legato al magnifico Gatsby e al suo culto.
Allora mi sono ricordata di quella festa che si sarebbe potuta definire anni Venti, ma che si chiamava The great Gatsby, proprio come il libro.
Il grande Gatsby riassunto della trama
A narrare gli eventi relativi a Il grande Gatsby è Nick Carraway voce narrante insieme interna ed esterna alla storia, quindi non onnisciente né neutrale ma sicuramente provvisto di una sua personalissima prospettiva, per di più maturata nel corso di qualche anno di distanza dall’avvenire dei fatti.
Nick è un giovane uomo di quasi 30 anni – li compirà distrattamente ricordandosene proprio in uno dei momenti decisivi della narrazione – proviene da una famiglia agiata del Middle West, più precisamente il Minnesota, e se il luogo non dirà niente al lettore italiano, basti ricordare come Nick stesso lo descrive “una regione di ampie praterie e alberi incoraggianti”, che per lui è diventata “l’estremità slabbrata dell’universo”.
E questo basti anche a comprendere come il giovane uomo, da poco di ritorno dalla Prima guerra mondiale, decida di unirsi a quel vasto esodo di migrazione interna che vede i più ambiziosi spostarsi per far fortuna da ovest verso la costa est – dove si trova New York per l’appunto – in quel luogo in cui tutto può accadere. In quest’esodo sono per altro compresi anche gli altri personaggi della storia: Daisy, una lontana cugina di Nick, e suo marito, Tom Buchanan, un ricco ereditiero e giocatore di calcio. E, il lettore lo scoprirà poi, anche lo stesso Gatsby.
Nick arriva, dunque, a New York nella primavera del 1922 per imparare i segreti delle speculazioni in borsa. Per risparmiare prende in affitto un modesto villino a Long Island nella parte conosciuta con il nome di West Egg, nella parte opposta, East Egg, vive Daisy con il marito. Nick va a trovarli e percepisce subito una certa falsità dietro la loro vita fatta di lusso e conoscenze, Daisy gli appare infelice e gli confessa che Tom – per altro un uomo arrogante, maschilista e razzista – la tradisce. La cena dalla cugina si rivela comunque una buona occasione per fare la conoscenza di Jordan Baker, una giovane giocatrice di golf con cui intraprenderà una relazione.
È proprio Jordan a citare per prima il nome di Jay Gatsby, allorché fa notare a Nick che il misterioso uomo è il suo vicino di casa. Questi vive in una lussuosa villa in cui, ogni sabato sera, dà enormi feste senza badare a spese sotto il segno della stravaganza e del divertimento sfrenato. Pare che la gente vada senza invito e che nemmeno conosca il proprietario di casa, il quale preferisce restare in disparte durante le feste. In realtà si sa poco sul suo conto e tutta la sua persona sembra avvolta in un’aura di mistero.
Fece un sorriso comprensivo, molto più che comprensivo. Era uno di quei rari sorrisi che racchiudono un tocco di rassicurazione eterna, e nel quale ci si imbatte quattro o cinque volte nella vita. Per un istante affrontava – o pareva affrontare – l’eternità intera per poi concentrarsi su di te con una irresistibile predilezione nei tuoi confronti. Ti comprendeva fino al punto in cui volevi essere compreso, credeva in te come tu vorresti credere in te stesso e ti assicurava che di te aveva esattamente l’impressione che, al tuo meglio, speravi di dare.
– Il grande Gatsby
Ad una di queste feste, Nick viene finalmente invitato e conosce il magnifico Gatsby. Fare la sua conoscenza non significa però conoscere davvero Gatsby. L’uomo è sfuggente, non si sa mai se ciò che racconta sia vero o meno. A parte l’apparenza di uomo ricco e sicuro di sé che chiama tutti amichevolmente “old sport” – tradotto in italiano con il molto più comune “vecchio mio” – , Nick nota una certa malinconia e solitudine nell’uomo. Lo vede trascorrere molto tempo da solo rimirando dalla sua spiaggia privata una luce verde in lontananza.
Proprio quella luce si rivelerà la chiave per comprendere Gatsby. Man mano che l’estate si consuma Nick avrà modo di conoscere la nostalgica storia d’amore che legava Gatsby proprio a sua cugina Daisy, sua è, infatti, la luce che Nick osserva ossessivamente. Perché se la storia di Gatsby è fatta di mezze verità, nuove identità e soldi guadagnati in maniera illecita per raggiungere una rapida ascesa sociale, una cosa è certa e questo è il suo amore per Daisy. Il cuore di Daisy, d’altra parte, appare più difficile da decifrare.
Jay Gatsby diventerà vittima senza nemmeno rendersene conto, mentre Nick sarà testimone di quanto sia pericoloso affidare tutta la propria vita nelle mani di un sogno romantico e fragile, pronto a sgretolarsi non appena la festa finisce.

Il disincanto dietro al cult
E mentre me ne stavo lì a rimuginare su un mondo vecchio e sconosciuto, pensai alla meraviglia di Gatsby quando per la prima volta aveva scorto la luce verde in fondo al pontile di Daisy. Era venuto da lontano fino a questo prato blu, e il suo sogno deve essergli sembrato così vicino che non poteva credere di non riuscire ad afferrarlo. Non sapeva che ce l’aveva già alle spalle, da qualche parte nella vasta tenebra oltre la città, dove i campi scuri della repubblica ondeggiavano sotto la notte.
– Il grande Gatsby
È singolare constatare come nella memoria collettiva si operi spesso un processo di selezione capace di discernere il piacevole dallo spiacevole, a vantaggio del primo. Il grande Gatsby viene associato alla magnificenza delle feste, allo scintillare dei lustrini sui vestiti, alle coppe di champagne strabordanti. E sicuramente una parte del libro descrive alla perfezione tutto questo. Ma confinarlo a questo, come la commedia hollywoodiana sembra fare, vorrebbe dire non cogliere a pieno il senso più profondo del messaggio.
Il grande Gatsby parla anche di una festa che finisce, un autunno che sopraggiunge all’estate, un sogno infranto, una luce di speranza che si spegne. In questo senso la parabola della vita del magnifico Gatsby sembra proprio rispecchiare quella della società americana di quegli anni: una corsa affannosa verso il sogno americano, per poi scoprire che non era altro che una bolla di sapone, un’illusione pronta ad evaporarsi al primo vento. Sarà il crollo della borsa di Wall street nel 1929, proprio in coda a quei ruggenti anni Venti, a sancire la fine di un’era – nota anche come l’età del jazz – e l’inizio della Grande depressione.
Forse Fitzgerald l’aveva già percepito nell’aria, prima degli altri, forse stava parlando solo della sua stanchezza, trasformatasi più probabilmente in disgusto, e del suo personale distacco da quella vita di baldoria e vuoto di cui lui stesso, con sua moglie Zelda, per un certo periodo aveva fatto parte; fatto sta che questo sogno americano infranto riesce magnificamente a descriverlo nelle sue riflessioni e a rappresentarlo in poche, precise immagini. Se non fossero altro che quelle di una casa estiva vuota avvolta nei colori autunnali e una luce ormai spenta.
Scheda del libro Il grande Gatsby (The great Gatsby)

Titolo: Il grande Gatsby
Autore: Francis Scott Fitzgerald
Casa Editrice: Universale economica Feltrinelli
Anno di pubblicazione dell’edizione letta: 2013
Anno pubblicazione prima edizione: 1925
Numero di pagine: 240
Versione originale: The great Gatsby
Traduzione dall’inglese di Franca Cavagnoli
A cura di Franca Cavagnoli
Per approfondire vi lascio un link di un articolo che narra della tormentata storia d’amore tra l’autore de Il grande Gatsby e sua moglie Zelda.



