
Succede spesso così, no? Ciò che è realmente importante si trova tra le righe. Ma non tutti sono capaci di cercarlo. O forse preferiscono non farlo…
– La portalettere
Trama – È estate quando Anna, con tanto di marito e figlio piccolo in braccio, arriva a Lizzanello. Ad espettarli c’è il cognato Antonio ed un paesino del sud tipico degli anni ‘30. Per lei è un salto nell’ignoto, per suo marito Carlo, invece, è un ritorno a casa. Marito e moglie si sono conosciuti nella sua di città natale, a Pigna, in Liguria. Ma non appena l’occasione si è presentata, Carlo l’ha colta al volo ed ha deciso di seguirlo quel richiamo alle radici.
L’occasione propizia è la consistente eredità di uno zio. Anna all’inizio non sembra essere nemmeno entusiasta dell’enorme casa eredita, il paese, poi, le appare sbiadito e dai toni spenti, ma, piano, piano si lascia conquistare dal meraviglioso giardino dietro la casa, il posto ideale per ospitare l’ingrediente re del suo famoso pesto.
I primi tempi trascorrono con Carlo entusiasta di portare avanti un progetto di viticultura e Anna restia al luogo, al suo dialetto e persino ad Agata, l’espansiva moglie di Antonio. Agata è, soprattutto, una donna legata al suo ruolo tradizionale di moglie e di madre, un forte contrasto con Anna che è una donna indipendente, ben determinata a trovarsi un lavoro. L’occasione propizia arriva quando viene indetto un concorso per un posto da portalettere. Anna, contro il parere di Carlo, partecipa al concorso e lo vince diventando così la portalettere, la prima donna del paese a ricoprire questo ruolo.
La vita di Anna, spalmata in un arco temporale trentennale, e i rapporti con la sua famiglia allargata, nonché con i paesani acquisiti a cui consegna la posta, sono al centro del romanzo La portalettere. Un posto particolare lo occupa Antonio con cui Anna condivide la passione per la lettura. L’uomo, nonostante sia sposato con la povera Agata, si innamora di lei a prima vista. Questo amore contrastato e represso, principalmente per riguardo al fratello Carlo, caratterizza tutta la travagliata e lungamente trascinata linea narrativa di Antonio.
Un altro posto di rilievo è occupato dall’adorante nipote Lorenza, figlia di Agata e Antonio, bambina affezionata alla zia che percepisce come diversa dalle altre donne che le stanno attorno. Lorenza crescendo acquisirà sempre più rilievo nell’ecosistema narrativo con la sua tormentata – per lei e per quelli che le stanno attorno – storia d’amore con Daniele.
È questa, infatti, l’essenza de La portalettere. Benché il cuore narrativo sia Anna, l’eroina incontestata, le micronarrazioni degli altri personaggi, che le ruotano attorno come i pianeti con il sole, sono tessere dai colori sgargianti, talora ingombranti, che nell’insieme restituiscono il ritratto del paesino.
L’effetto finale è un romanzo fortemente corale, poco storico, vagamente familiare e tanto romance, che eccelle nel dare voce ai sentimenti contrastanti, alle passioni tormentate, ai tradimenti e ai colpi di scena a discapito, forse, di una semplice linearità narrativa e di una fedeltà ai contesti.
Lui e la sua passione per gli scrittori russi… Una volta Anna glielo aveva chiesto, perché gli piacessero così tanto. E Antonio aveva risposto che, secondo lui, erano i più bravi non solo a raccontare le miserie umane, ma anche ad averne compassione. «Ti fanno sentire che non sei sbagliato, sei solo umano», aveva aggiunto.
Il grande successo letterario de La portalettere di Francesca Giannone
Vincitore del Premio Bancarella 2023, bestseller che si appresta a diventare un longseller, tra i primi posti delle classifiche del 2023 e, poi, del 2024, tradotto in 37 paesi. Mica male per un romanzo d’esordio!
Lo confesso, sono questi numeri ad aver suscitato in me la quantità giusta di curiosità per farmi avvicinare a questo libro, che alla sua uscita nel 2023 avevo trascurato. Sono state poi le alte temperature estive e la ricerca di svago a farmelo prendere in mano. È stata, infine, la coinvolgente e chiara scrittura, che gli conferisce un’estrema facilità di lettura, a farmi restare sulle pagine. Ecco perciò a voi la mia tardiva recensione de La portalettere.
Tra storia vera e finzione romanzata
Francesca Giannone, lei stessa di origine leccese, racconta la storia della portalettere ispirandosi alla reale figura della sua bisnonna. Nelle parole della stessa autrice:
La portalettere nasce da un biglietto da visita di cent’anni fa, che ho ritrovato in un cassetto e su cui c’era scritto: “Anna Allavena. Portalettere” Anna era la mia bisnonna e io mi sono messa sulle sue tracce, scoprendo così una donna straordinaria.
Mi è particolarmente piaciuta l’idea che il romanzo nasca, quasi per caso, dal ritrovamento di un oggetto antico. Succede che gli oggetti ci parlino e ci sussurrino la loro volontà di essere raccontati. Nel suo raccogliere quest’eredità di sangue e di sorellanza attraverso i decenni, sembra, però, che Francesca Giannone abbia aggiunto troppi tratti propri del nostro modo di pensare contemporaneo, piuttosto che ricreare quello Zeitgeist proprio degli anni ’30 e poi ’40. Su questi decenni la Giannone plana velocemente, restando sempre ben in superficie. Di immersione storica, soprattutto nel tragico periodo della Seconda guerra mondiale, c’è davvero ben poco.
Con Anna costruisce un personaggio fortemente romanzato, come d’altronde lo sono anche gli altri personaggi, per ammissione della stessa autrice. Il prodotto finale è un personaggio altero e indipendente ma anche dai tratti spigolosi. Proprio questi tratti, e il continuo tentativo dell’autrice di “promuovere” la protagonista per farla diventare un personaggio amabile, mi hanno spinto, da lettrice, piuttosto nella direzione contraria. Anna è un personaggio che non scende a compromessi, dura con gli altri, anche se, chiaramente, anche lei non è esente da errori. Ad esempio, Anna è quella persona che bandisce il dialetto leccese a casa, benché lei usi il francese, di tanto in tanto, per semplice frivolezza.
C’è un altro personaggio però, che nonostante i difetti, risulta, lui sì, amabile. Questo è Carlo, un simpatico mattacchione, un buon diavolo che, nonostante le recriminazioni, non manca di essere un padre premuroso e giusto. Tutto sommato, un buon marito per la nostra portalettere.
Il finale de La portalettere arriva senza troppe sorprese, restando ben coerente con il resto della narrazione e dando delle risposte che erano rimaste, nel prologo, come sospese.
Scheda del libro La portalettere

Titolo: La portalettere
Autore: Francesca Giannone
Casa editrice: Editrice Nord
Anno di pubblicazione: 2023
Numero di pagine: 416
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