La sconosciuta del ritratto di Camille de Peretti

La sconosciuta del ritratto Camille de Peretti

Che cosa hanno in comune un lustrascarpe che tenta la fortuna alla borsa di New York prima del crollo del 1929, una ragazza madre in un paesino vicino Vienna del 1909 e una prostituta texana che nel 1969 farà giurisprudenza essendo la prima donna a richiedere un test di paternità per sua figlia? La risposta, niente affatto scontata, è Gustave Klimt, o, meglio un ritratto del grande pittore austriaco.

Con La sconosciuta del ritratto l’autrice tratteggia una storia dai colori vivi che lega vecchio e nuovo continente, ricchezza e povertà, amore e inganno, e, soprattutto, arte e letteratura nel tentativo di restituire la storia di una giovane di cui non sappiamo niente, ma il cui volto rimarrà per sempre sottratto dall’oblio del tempo.

Trama de La sconosciuta del ritratto

Isidore è un giovane molto sveglio e carismatico, che si è costruito una carriera come lustrascarpe a Bowling Green nel quartiere di Wall Street degli anni Venti del secolo scorso, dove i clienti sono, appunto, i brokers. Spinto dai discorsi dei suoi clienti su come sia facile fare soldi investendo in borsa, decide di lasciare la sua attività a un altro ragazzino e di tentare anche lui la sua buona stella. Isidore è soprattutto mosso dal desiderio di arricchirsi per poter conquistare il cuore di Lotte, una ricca ragazza figlia di un industriale tedesco.

Le vicende di Isidore sono legate a quelle di Martha, con lei ci spostiamo in sincronia e diacronia. Ci troviamo, infatti, in un paesino vicino Vienna quasi 20 anni prima delle vicende di Isidore. Qui la giovane e povera ragazza madre, che un tempo aveva lavorato come “dama di compagnia” personale per il rampollo di una ricca famiglia viennese, si trascina nelle sue giornate con uno sfiancante lavoro in una fabbrica di penne. La sua povera vita è allietata solo dal suo piccolo che cerca di proteggere dai pericoli. Martha, infatti, vive nella paura.

Ritornando di nuovo nell’America di fine anni ‘80 il lettore conoscerà Michelle che vuole intraprendere una causa legale per stabilire l’identità del padre di sua figlia e ricavarne così i soldi per farla studiare alla prestigiosa Colombia University, dove la ragazza è stata ammessa. Pearl, questo è il nome della ragazza, è nata da quello che la madre definisce un “incidente di preservativo”. Michelle, che lavora come prostituta, riconosce in un anziano magnate dell’industria il cliente “dell’incidente”. Questo cliente, nonché padre di Pearl, si scoprirà ben presto essere proprio Isidore, il ragazzo arricchitosi alla borsa.

Da qualche parte nell’Austria del primo decennio del secolo scorso un uomo si reca dal pittore Gustave Klimt e lo implora di apportare delle modifiche ad un quadro, da lui acquistato, raffigurante una giovane ragazza, girata di tre quarti, con le spalle scoperte e i capelli tenuti insieme sbadatamente.

Le tre trame che corrono parallele nei primi capitoli, confluiranno nel personaggio di Pearl, che vanta una straordinaria somiglianza con la ragazza del ritratto.

I personaggi Isidore e Pearl

La paura abitava nella sua pancia e gli attorcigliava le budella da anni, ma ogni paura e legata a filo doppio a una speranza, la speranza di venirne fuori.

La sconosciuta del ritratto

Ha un inizio strabiliante questo romanzo. Il complesso personaggio di Isidore – che ci regala uno dei suoi migliori sorrisi e non si può che amare – con la sua parabola ascendente di riscatto, non priva di ombre e segreti, vale già da solo la lettura.

È nella parte che riguarda il personaggio di Pearl che il romanzo sembra prendere un’altra direzione. Sebbene Pearl in un primo momento voglia presentarsi come la figlia accomunata dallo stesso destino del padre, sembra, a mio parere, essere priva di sfumature e ricadere, ad un certo punto, in un modello stereotipato della donna in carriera newyorchese: workaholic e vincente a tutti i costi, ma che incappa sempre nell’uomo sbagliato.

È nel suo legame con l’arte che La sconosciuta del ritratto ci consegna le sue pennellate più brillanti.

Fra arte e letteratura

È il quadro di Klimt ad avere ispirato Camille de Peretti nella scrittura di questo romanzo familiare. Il quadro è l’inizio e la fine del romanzo.

Nello spazio limitato di una tela di medie dimensioni Klimt aveva espresso la sua arte, lo aveva fatto filtrando nel suo sguardo quello che gli stava di fronte e immortalando quel singolo momento storico. L’arte letteraria ha altri strumenti a disposizione. Se è pur vero che non può mostrare i colori, è vero che può descriverli.  Entrambe possono emozionare e turbare l’animo umano. Ma se la pittura coglie l’immobilità di un momento, il romanzo è dinamico e indaga la dimensione del possibile.

Questi mondi possibili, che si stagliano dietro allo sguardo della sconosciuta, si è proposta di indagare Camille de Peretti in La sconosciuta del ritratto. E lo ha fatto con stile. Sulla scia di altri romanzi come La ragazza dell’orecchino di perla o La ragazza in blu, che nascono dal connubio di arte e scrittura, Camille de Peretti mette la letteratura a servizio dell’arte e ricrea la storia dietro alla ragazza del quadro. E ancor di più, l’autrice sembra voler rispondere alle domande rimaste inevase attorno al mistero del Ritratto di signora.  

Il misterioso Ritratto di ragazza di Klimt

Il quadro protagonista di La sconosciuta del ritratto, pur non essendo il più rappresentativo del pittore austriaco, ha sicuramente una storia particolare alle sue spalle, che ben si presta a ipotesi e congetture. La sua storia lo lega a doppio filo all’Italia, innanzitutto perché abbiamo il privilegio di poterlo vedere esposto nel nostro paese, precisamente a Piacenza nella Galleria Ricci Oddi. Poi, perché questo quadro in qualche modo ha conosciuto una seconda vita in Italia, o, meglio, ne è stata svelata la sua vita precedente.

Infatti nel 1996 una studentessa liceale italiana, Claudia Maga, ha fatto la sorprendente scoperta che dietro al Ritratto di signora si celava, quello che era stato considerato un altro dipinto di Klimt. Un dipinto esposto fino al 1916 a Vienna sotto il nome di Ritratto di ragazza. Il quadro esposto a Piacenza contiene in realtà due varianti dello stesso quadro. Non si conoscono le ragioni di queste modifiche del tutto sorprendenti, considerato il fatto che Klimt non modificava mai i suoi dipinti.

Inoltre, ancora un aspetto di mistero avvolge il dipinto di Klimt. Nel 1997 questo fu, infatti, rubato per poi essere misteriosamente restituito nel 2019, più di 20 anni dopo.

Tutte queste informazioni sono sapientemente incorporate nella trama de La sconosciuta del ritratto di Camille de Peretti.

La verità e la bugia sono come l’acqua e l’olio, si pensa di poterli mischiare, ma l’olio torna sempre a galla. La buona bugia si comporta come l’aceto bianco, cambia il gusto dell’acqua senza cambiarne il colore.

La sconosciuta del ritratto

La sconosciuta del ritratto trama e recensione

Titolo: La sconosciuta del ritratto

Autore: Camille de Peretti

Edizione originale: L’inconnue du portrait

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