Sospesa di Mariangela Paone e Rezwana Sekandari

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Sospesa. Una vita nella trappola dell'europa

Una vita nella trappola dell’Europa

Questa è una storia senza un finale. State leggendo una storia aperta, come una ferita che non guarisce, come una speranza che non si spegne.

– Sospesa

Certe storie hanno bisogno di sapersi compiute, il cerchio chiede disperatamente di chiudersi. Se non altro per ricominciare, poi, a vivere. Sospesa è una di quelle storie fatte di fughe disperate, di approdi riusciti ed altri tragicamente mancati. È il resoconto di un viaggio disperato verso una salvezza agognata, quasi raggiunta, che scivola tra le dita come l’acqua di quel mare in tempesta.

Sospesa è anche il diario di una giovane donna che racchiude la speranza di cento, mille altre anime ed il loro desiderio di essere riconosciute. Di essere raccontate.

Rezwana ha solo 13 anni quando nel 2015 intraprende, con la famiglia, un viaggio della speranza, destinato a portarla in Europa.

Nel suo paese di origine, l’Afghanistan, è felice. Suo padre è un cameraman di una nota emittente televisiva e anche Rezwana ama trascorrere il tempo in redazione lavorando come doppiatrice, giocando ad esser grande. Un’ombra del passato, però, sembra ritornare a sconvolgere il Paese: i talebani ricominciano a farsi strada, portando con sé violenza, insicurezza e paura. È a questo punto che il padre di Rezwana decide che per il bene della famiglia è necessario lasciare l’Afghanistan. È la Svezia la loro destinazione; in quell’angolo di pace del Nord Europa sognano di iniziare una nuova vita all’insegna della democrazia e dei diritti per tutti.

Dopo un lungo ed estenuante viaggio, che da Kabul li porta a Teheran e dall’Iran alla Turchia, i sogni della famiglia si infrangono, alle porte dell’Europa, a tre chilometri da Lesbo, in un pomeriggio d’autunno del 2015. Il 28 ottobre il barcone di legno su cui viaggiava la famiglia affonda, e con esso i sogni, le speranze di decine di anime. Della famiglia composta da sei persone, Rezwana è l’unica superstite.

Come si fa a raccontare la tragedia di centinaia di vite spezzate? Come si può scrivere di una sciagura riuscendo a mantenere la distanza che permette di non essere risucchiati da quello stesso vortice di dolore, ma allo stesso tempo di abbattere i muri dell’indifferenza? E soprattutto, come ridare una voce e la dignità che merita ad una storia dolorosissima e amara, tanto più perché poteva essere evitata. Tanto più perché viene velocemente e sommariamente accantonata.

Mariangela Paone, giornalista residente in Spagna, sceglie la strada consona alla sua professione, quella del reportage, dell’inchiesta giornalista che indaga faticosamente alla ricerca della verità. Sospesa non si piega alle leggi del romanzo; appartiene al genere della cosidetta non-fiction, che rinuncia agli orpelli letterari e fa parlare i fatti, nudi e crudi.

Sono le testimonianze, compresa quella della stessa Paone, a rimettere insieme i pezzi di quello che era e di ciò che resta. I luoghi, le persone che gravitano attorno alla storia di Rezwana – e che danno il titolo ai capitoli e ai paragrafi – non sono semplici comparse, ma un tassello da aggiungere a questo quadro.

La visione che emerge da questo lavoro di ricostruzione è l’immagine di un tragico naufragio, certo, ma anche di una giovane sopravvissuta, che si destreggia tra disperazione e speranza; tra la tentazione di arrendersi ed affogare, e la volontà di riemergere e vivere.

Sospesa in un limbo amministrativo che non le permette di spiccare il volo verso quel futuro che il padre aveva auspicato per la famiglia e che la stessa Rezwana ha avuto appena il tempo di assaporare allorché nel 2018 ha l’opportunità di trascorrere due anni in Svezia, ospite di una prozia; Rezwana vive da quel 2015 in Grecia, con la sola eccezione dei due anni trascorsi dalla prozia, intrappolata nelle maglie della burocrazia.

La speranza che mai deve spegnersi – quella che rende sopportabile l’attesa di Rezwana e di tutti coloro che, come lei, sono sospesi – non arriva certo dalle politiche di immigrazione, sempre più arroccate in una politica di chiusura. Quella debole fiammella viene, piuttosto, dalla volontaria Charly, delle ONG – come Open Arms – e da tutte le famiglie che praticano la cultura dell’accoglienza.

Se di speranza è ancora possibile parlare, questo è grazie ai singoli individui, ricchi di compassione e empatia, che popolano le pagine di questo straordinario, commovente e doloroso libro.

Scheda del libro Sospesa

Sospesa

Autrice: Mariangela Paone e Rezwana Sekandari

Titolo: Sospesa. Una vita nella trappola dell’Europa

Casa editrice: Add Editore, Torino

Anno di pubblicazione: 2025

Numero di pagine: 152

Tradotto dallo spagnolo da Monica Bedana

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