Non era arrivato a questo punto solo per scoprire che il fine principale non era
altro che un mucchio di soldi. Non voleva un giornale se non poteva avere anche una coscienza.Talking Heads 77 di John Domini
Trama – L’inizio del nuovo anno, il 1978, dovrebbe segnare una svolta per il giornalista trentenne Kit Viddich. Da pochi giorni è uscito il primo numero di Sea Level, un giornale bisettimale, di cui è il direttore editoriale, ma si farebbe meglio a dire l’anima. In più sul versante privato, lui e sua moglie, il “clone” dell’attrice americana Farrah Fawcett, stanno provando, forse, (più o meno consapevolmente) ad avere un figlio. Si direbbe che le cose ingranano per il giovane cowboy del Minnesota con una laurea alla prestigiosa Harward. O forse no?
Il giornale non ha fatto nemmeno in tempo ad arrivare alla sua seconda uscita, che subisce già una battuta d’arresto. È proprio quella sua prima inchiesta giornalistica sulle precarissime condizioni della prigione Monsod, che tanto interesse aveva suscitato, a sferrargliela. Kit si sta immischiando, dove non avrebbe dovuto. In un mondo di poteri forti: politica e criminalità e tanta corruzione, una tangentopoli tutta americana.
Iniziano così le grane per l’integerrimo, idealista Kit, che si trova sempre più confrontato con i drammi quotidiani della subcultura americana. È soprattutto la storia del criminale afro-americano Junior Rebes, tenuto in condizioni disumane nel “ripostiglio” sotterraneo di Monsod, che lo trascina in una realtà di indigenza, di disuguaglianza sociale e violenza. Questa violenza Domini la tratteggia a tinte fosche in un climax che raggiungerà il suo apice proprio in quei sotteranei.
Il tempo che Kit investe nel giornale, e dietro le storie dei suoi precari e dimenticati protagonisti, lo sottrae alla sua vita di coppia con Bette. Così non si accorge nemmeno che qualcosa la turba, che forse la sta perdendo.
Nei meandri della metropoli di Boston, nella sua scena culturale alternativa fino ai suoi sotterranei più nascosti, Kit barcolla, si caccia in un guaio dopo l’altro, si perde nelle parole stampate, sul suo giornale e in quello che crea nella sua testa, ma, nonostante tutto, non cede. Lo accompagna un ritmo, una colonna sonora immaginata e suggerita da quel titolo Talking Heads, ispirato al primo album del 1977 dell’omonimo gruppo. Ascoltatelo mentre leggete e vi ritroverete nella Boston di fine anni ’70, accanto all’autrice punk Zia Mirini e a Kit, non un eroe certo, ma solo un giornalista indipendente, una testa parlante.
Riflessioni sui nuovi media
In Talking Heads 77, libro del 2003 tradotto per la prima volta in Italia per Arkadia Editore, lo scrittore italo-americano John Domini racconta gli anni ‘70 in America: presi fra il passato del risveglio della coscienza civile, delle proteste per la guerra del Vietnam e per i diritti degli afro-americani e un futuro proteso verso il progresso tecnologico, esemplificato dalla Mela. Il computer Apple, nuovo acquisto con cui Bette si diletta, viene profeticamente indicato, nelle parole di Kit – ma lo sguardo è quello retrospettivo di Domini nel 2003, anno in cui scrive – come sostituito non solo delle macchine da scrivere, ma anche della tipografia.
Le importanti riflessioni di Kit sul giornalismo mainstream e sulla sua evoluzione verso un giornalismo alternativo, che potremmo definire indipendente, sono le osservazioni dello stesso autore e critico letterario John Domini.
La stampa alternativa è ovunque. È nei programmi via radio, nei talk show televisivi. E molto presto tutti avranno un computer, e puoi scommetterci che comunicheranno anche a vicenda. Da computer a computer, Garrison. Ne avranno tutti uno, e tutti ci metteranno la propria storia. Un grande mezzo elettronico di cui tutti faremo parte.
Le nuove tecnologie stavano buttando all’aria le vecchie definizioni. I media erano passati dall’essere freddi, distaccati e autoritari (mezzibusti al di sopra di tutto) all’essere frivoli, frammentati e ficcanaso. Il quarto potere avrebbe dovuto rimettere al vaglio ogni valore, verificare ogni assunto. Soprattutto la stampa indipendente: quella indipendente, oggi, andava ben oltre la pura e semplice verità.
Talking Heads 77 di John Domini
Il protagonista è il giornalismo in Talking Heads 77
Il fatto che Talking Heads 77 sia un libro sul giornalismo è evidente da tanti elementi. Dalla trama che vede protagonista il giornalista Kit Viddich alle prese con il suo giornale emergente, alle riflessioni sociologiche qui proposte. Ma c’è ancora un altro elemento che contribuisce a creare l’atmosfera da redazione: lo stile.
La narrazione attinge a piene mani al jargon giornalistico, cosa non insolita visto il tema, ma quello che è davvero inusuale, o meglio, originale, è quell’inframmezzare trafiletti a doppia colonna, sul genere della carta stampata, nel romanzo. In queste colonne, che nella narrazione romanzata rappresentano il giornale vaneggiato da Kit, John Domini esalta la metanarrazione ad aspetto stilistico tangibile. Talking Heads 77 si conferma così un libro sui generis, ascrivibile al postmodernismo, che ricorda il vecchio giornalismo, quello che si prefiggeva il nobile ideale di essere la voce dei senza voce.
Autore: John Domini
Titolo: Talking Heads 77
Edizione originale: Red Hen Press, 2003
Edizione italiana: Arkadia Editore, 2024
Traduttrice: Alessandra Ceccoli