Roma 26 Settembre 2024 – Sai di aver assistito a qualcosa di speciale quando ritorni a casa con un sorriso stampato in faccia. La persona che te lo ha regalato, in una serata romana di inizio autunno, non è la persona del cuore ma un’appassionata di letteratura. Sì, una per cui il cuore batte all’impazzata per la letteratura e la scrittura. Una scrittrice pluripremiata, drammaturga, giornalista, interprete dei segni. Questo, e tante altre cose, è Valeria Parrella.
Arriva alla Case delle Letterature di Roma direttamente da Napoli per accogliere l’invito di Francesco De Sanctis che l’ha voluta tra i protagonisti di questa seconda edizione di Capolavori della Letteratura – la rassegna letteraria organizzata dalla Fondazione De Sanctis, vincitrice del bando Estate Romana 2023-2024 curato dal Dipartimento Attività Culturali, in collaborazione con Biblioteche di Roma –. E lei sceglie, a sorpresa forse, “I canti” di Leopardi.
È una forza della natura Valeria Parrella. Estroversa, sicura di sé, dotata di senso dell’umore, e drammatica come solo le donne campane sanno esserlo. Ma allora ci si chiederà cosa hanno in comune Valeria Parrella e il timido e introverso Giacomo Leopardi?
Beh innanzitutto Torre del Greco. Valeria Parrella c`è nata “per caso”, Leopardi vi si era rifugiato durante l’epidemia di colera nell’anno precedente la sua morte, avvenuta nel giugno del 1837. Ma non è solo questo. Pian, piano scopriamo, in quest’ora rubata all’ineluttabile scorrere del tempo, il suo cuore tenero. La sensazione di sentirsi perduta e di potersi ritrovare, poi, nel posto delle parole, quelle di un altro co-umano vissuto un secolo e mezzo prima.
Valeria Parrella ci parla di un Leopardi inedito e incompreso. Se tra i banchi di scuola abbiamo studiato il pessimismo leopardiano, lei lo ribalta. Se di pessimismo si vuole parlare, ma sarebbe più corretto dire malinconia, questo nasce dalla consapevolezza di sentirsi scisso, nel profondo della condizione umana, da una natura che diventa altra da noi e ci appare così irraggiungibile. Il suo è il canto della perdita. Quel desiderio di unità, di assoluto, di essere un tutt’uno con la natura risveglia gli echi dei poeti del Romanticismo.
Soprattutto si comprende cosa abbiano in comune Valeria Parrella e Giacomo Leopardi quando recitando La Ginestra, con trasporto e immedesimazione, si commuove e ci fa commuovere. Qualcosa si muove dentro di noi in questo incontro, in questa Sternstunde, Giacomo Leopardi e la sua poesia rivivono.
E alla fine, quando arriva il momento di salutarci, la declama per noi – ma noi teniamo il passo – quella poesia che a scuola ci era stata imposta e avevamo dovuto apprendere a memoria ma senza sentimento. Ed è allora che la siepe si fa cosa viva.
Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s’annega il pensier mio:
E il naufragar m’è dolce in questo mare.
Qui di seguito trovate un reminder dei prossimi incontri:
giovedì 3 ottobre ore 19.30 – Aula Studio Trionfale
Marguerite Duras, infanzia e follia con Rosella Postorino
giovedì 10 ottobre ore 19.30 – Aula Studio Trionfale
Il giardino dei Finzi Contini di Giorgio Bassani con Daria Bignardi
giovedì 15 ottobre ore 19.30 – Aula Studio Trionfale
Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust con Ilaria Gaspari
Qui trovate il link della diretta