Convalescenza di Han Kang

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Convalescenza Han Kang recensione e trama

Sicuramente non il più noto tra i libri di Han Kang e nemmeno il più corposo, vista la sua esilità. Convalescenza conta, infatti, giusto 86 pagine. Eppure la penna del premio Nobel 2024 è già tutta qui nel suo essere lieve ed etereo. Due racconti, il primo Convalescenza dà anche il titolo al libro, il secondo porta il nome Il frutto della mia donna, entrambi da leggere con la predisposizione d’animo di chi si avvicina alla quiete ascetica di un monastero.

Trama Convalescenza – La protagonista del primo racconto è la signorina Jeong, una donna sulla trentina, alle prese con l’umano processo della convalescenza. Un processo doppio, concreto e metaforico. Il primo senso ci è subito chiaro quando la protagonista si trova dal dottore per far curare un’ustione, piuttosto seria, che le ha quasi mangiato i legamenti della caviglia.

Questa convalescenza dall’incidente al piede si accompagna ad una “convalescenza”  d’altro tipo, metaforica, per l’appunto, o, anche, spirituale. I continui flashback della signorina Jeong ci mettono a corrente della dolorosa morte della sorella, in seguito ad una malattia. L’elaborazione del lutto è tanto più difficile, in quanto i rapporti tra le due sorelle erano deteriorati da tempo. Era stata la sorella, senza un’apparente ragione a troncare i rapporti con lei. Se per il piede c’è ancora una possibilità di guarire evitando l’operazione, quel dolore per la doppia perdita della sorella, sembra destinato a restare una cicatrice aperta.

per alcuni anni facesti di tutto per riconquistare il suo cuore, ma un giorno capisti che nessuno dei tuoi sforzi ti avrebbe restituito il suo amore e le voltasti le spalle.

Lei aveva sposato un bell’uomo che aveva otto anni di più, proprietario di una solida azienda, viveva in un appartamento di lusso con un soggiorno che dava su un fiume e una vetrina dove erano esposti servizi da tavola degni di una famiglia reale. Eppure sembrava tenere la sua vita a distanza, come se scansasse del cibo dall’odore nauseante.

L’autrice narra questo primo racconto in seconda persona, una scelta inusuale, ma efficace. È la vita della protagonista sotto la lente, suoi sono i ricordi, per lo più della sorella, e le percezioni delle cose e persone che vede per strada, con cui entra in contatto, ma è come se raccontasse di una vita al di fuori di se stessa. È come se la durezza della vita l’avesse così tanto alienata dal suo corpo e dal suo sentire, da non permetterle più la vicinanza indissolubile della forma personale io.

Il frutto della mia donna Trama – In questo secondo racconto unuomo narra del lento degradarsi della salute di sua moglie. La vede dimagrare, coprirsi di lividi, spegnersi gradualmente. Parallelamente anche il loro amore va spegnendosi. Del loro sentimento non sembrano restare altro che due solitudini, che condividono una casa, ma che non fanno la gioia di una famiglia. Due solitudini monadiche, il marito intrappolato nella propria non riesce a comprendere il malessere della moglie.

Quasi certamente le mie parole le erano entrate da un orecchio e uscite dall’altro; le sentii cadere sul pavimento del soggiorno sbriciolandosi come biscotti da due soldi.

Nella parte finale la moglie stessa prende la parola, narrando in prima persona la sua metamorfosi in pianta, un tema caro all’autrice sviluppato ampiamente ne La Vegetariana (2007). Il suo distacco dall’anonimità dei palazzoni di Sanggyedong e dalla claustrofobica città sebbene sia una morte, che recide la sua parte umana, sancisce, in una maniera più positiva, il suo abbracciare la sua nuova ritrovata natura.

ero infelice a casa e altrettanto infelice altrove, perciò dimmi, dove sarei dovuta andare?

Uno stile alienato

Convalescenza è un libro apparso in Corea del Sud nel 2014 e pubblicato in Italia per Adelphi nel 2019. Lo stile che lo caratterizza è quello in linea con i suoi precedenti lavori, ma forse, ancor di più, si ha l’impressione che Han Kang agisca per sottrazione.

Le storie sono ridotte ai minimi termini, la trama è quasi inesistente, le stesse vite delle protagoniste sembrano progressivamente evaporare. Eppure nonostante l’evanescenza e l’etereo a cui rimanda, Convalescenza sa mostrare il macigno dell’oppressione che grava sulle spalle delle sue due protagoniste. L’atmosfera rarefatta, l’assenza di emozioni giunge solo in seguito al lutto della prima donna e alla mancanza d’aria che opprime il petto della seconda donna. Gli stessi corpi ci sono, ma sono dolenti, di impaccio, solo un peso da sopportare.

Convalescenza è una metafora del disagio incomunicabile della vita nelle affollate metropoli moderne, dove l’identità del singolo perisce nell’indifferenza dell’altro. Eppure nel momento in cui la stessa identità perisce liberando le donne di quel peso, Han Kang, sembra svelare uno spiraglio di quiete né positiva, né negativa. Ma priva di tutte le cose. Ascetica per l’appunto.

Scheda del libro Convalescenza di Han Kang

Convalescenza libro Han Kang

Autore: Han Kang

Titolo: Convalescenza

Casa Editrice: Adelphi, Milano

Anno di pubblicazione: 2019

Numero di pagine: 86

Traduzione di  Milena Zemira Ciccimarra

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