
Sapete le cose non vanno bene, nel mondo c’è la negazione dell’umano, sono convinto che sia cominciato da tempo un suicidio della specie.
– Di spalle a questo mondo
È una dimensione fuori dal tempo e dal mondo, quasi sospesa, quella che avvolge la trama del romanzo vincitore del Premio Campiello 2025 Di spalle a questo mondo, dedicato alla figura realmente esistita del filosofo e medico capuano dell’Ottocento Ferdinando Palasciano.
Lo stesso titolo lo implica già, capita che arrivi un tempo in cui tutto è rumore e la sola soluzione per liberarsene sia voltarsi di spalle al mondo. Questo taglio con il suo mondo arriva per Ferdinando Palasciano di netto, certo piccoli segnali c’erano già stati, le paure coesistevano con la grandezza del rinomato dottore. Ma era stato il peso delle ingiustizie subite per mano dei suoi stessi colleghi, un ostracismo che lo indurrà a dimettersi per protesta dall’ospedale in cui operava, ad accelerare il tragico epilogo per il dottore. Un epilogo iniziato con il distacco dalla realtà e la creazione di una parallela, scivolato, poi, irrimediabilmente verso un raccoglimento in uno stato fetale.
Wanda Marasco narra proprio questi ultimi sofferti anni di vita di Ferdinando Palasciano, dal suo ricovero in un centro di salute mentale alla reclusione volontaria nella sua tenuta, una torre, che seppur nella sua magnificenza, diventa una claustrofobica prigione per sé e per sua moglie Olga Pavlova Vavilova. Se il presente narrativo sviscera la nuova dolente quotidianità della coppia, con un’alternanza di narrazione in terza persona ed una in cui è la bella moglie di origine russa a prendere la parola, c’è, poi, un altro tempo narrativo, quello dei ricordi del passato, che si insinua sinuosamente nella narrazione e ricostruisce a zig zag la biografia di Ferdinando Palasciano.
Questo recupero delle memorie, che arriva causalmente e sa ricalcare l’indistinzione tra presente e passato tipico delle menti opacizzate dalla vecchiaia e dalla malattia, fa luce sulle umili origini del dottore, sui suoi anni di studio e sulla vocazione medica, ma svela anche qualcosa sulla storia del nostro nascente regno d’Italia.
Gli anni in cui vive e opera Ferdinando Palasciano coincidono con il Risorgimento italiano, di questo periodo è attore attivo, prima, come medico di campo nella Messina assediata del 1861 – qui, fu pioneristico sostenitore del principio della neutralità di ogni ferito, adottato in seguito dalla Croce Rossa, ma che al suo tempo per poco non gli costò una condanna a morte – poi, quando la battaglia si sposta sulla scena politica, in qualità di Deputato e poi Senatore della sinistra storica. Eventi storici come l’impresa di Carlo Pisacane e La breccia di Porta Pia affiorano nei ricordi ancora recenti che si lasciano condivdere con gli amici, quelli sempre fedeli e disposti a restargli accanto.
Ma se la sua vita sociale alla torre si limita alla sporadica visita degli amici più intimi, quest’isolamento è lenito dalla presenza fissa di Olga, silente e composta consorte sempre e comunque al suo fianco, nonostante la malattia mentale del marito gravi enormemente sulle sue spalle.
Olga, infatti, porta un doppio peso: se da una parte vede l’amore della sua vita scivolare in un buco nero senza ritorno, dall’altra sono i fantasmi del passato, quelli della sua infanzia in Russia accanto ad una madre con problemi psichici, a riverberarsi nel suo quotidiano. Questa donna, lontana dall’essere un personaggio tra gli altri, è coprotagonista e controparte della narrazione. È colei che rende questo luminare rivoluzionario più terreno, ma anche colei che dà voce al malessere che si manifesta in lei nel ritorno di una zoppia a suo tempo guarita dal marito.
Voi non credete che quando ci spezziamo, ci spezziamo per sempre. Lui mi ha guarita, ma quando l’hanno portato via è successa questa cosa. L’arto è Sano, non ho niente capite. È la paura, la paura.
Uno stile lirico per un messaggio di umanità
Wanda Marasco scrive con Di spalle a questo mondo un libro che sorprende nella forma per l’uso di un liricismo estremo, acuito ancor di più nella parte riservata a Olga, ma che rimane comunque una costante in tutto il tessuto narrativo. La lettura risulta perciò lenta, lievemente appesantita dal carico di drammaticità che trasuda da ogni frase. Gli intermezzi in dialetto campano sono, in questa prospettiva, accolti come un vivace rilassamento della tensione emotiva accumulata dalle parole.
Di spalle a questo mondo ha, poi, il merito di saper recuperare e accorciare le distanze, e le barriere, temporali intrecciando la dimensione storica di un’illustre figura, un filantropo purtroppo misconosciuto, con il quotidiano di una coppia che ci appare fiera eppure normalissima, empaticamente comune e fragile, nella lotta contro i demoni della malattia.
Un riconoscimento prestigioso per Wanda Marasco
La scrittrice napoletana Wanda Marasco ha ricevuto il Premio Campiello 2025 durante la cerimonia tenutasi, come da tradizione, nella splendida cornice del Teatro La Fenice di Venezia. Il romanzo Di spalle a questo mondo si è aggiudicato 86 voti, sorpassando di 3 punti il secondo classificato, Bebelplatz di Fabio Stassi.
Scheda del libro Di spalle a questo mondo

Titolo: Di spalle a questo mondo
Autore: Wanda Marasco
Edizione italiana: Neri Pozza
Anno di pubblicazione: 2025
Numero di pagine: 416