
Sua madre era stata abbattuta dal cacciatore. Nelle sue narici di cucciolo si conficcò l’odore dell’uomo e della polvere da sparo. Orfano insieme alla sorella, senza un branco vicino, imparò da solo. Crebbe di una taglia in più rispetto ai maschi della sua specie.
– Il peso della farfalla Erri De Luca
Il peso della farfalla ha l’aspetto di una favola. Una favola in piena regola, si direbbe, con protagonisti gli animali, come ambientazione il loro habitat e il messaggio finale che sa di insegnamento morale. E lo sarebbe totalmente e fino in fondo se non fosse per quel solo uomo, insieme antagonista e coprotagonista, che compare fugacemente fin dalle prime righe e ricompare poi nelle pagine successive per restare e, ancor di più, per far deragliare verso i suoi propri binari il senso della narrazione. È allora che, quella che era iniziata come una favola, diventa una novella, propriamente umana, di un tramonto.
Trama – Il re dei camosci era cresciuto orfano e solitario, ma di questa sua sventura era riuscito a trarre un punto di forza che lo aveva preparato alle insidie sulle montagne. Perciò non gli era stato difficile, in giovane età, imporsi in un duello di forza sull’altro camoscio dominante del branco e proclamarsi così re dei camosci. Il suo regno era stato molto lungo, ma come tutte le cose anche questo stava per volgere al suo termine. Ora sono i segni del suo declino fisico, fattisi sempre più pressanti, a segnalarli che la fine della sua vita è vicina.
Dall’altra parte della montagna, e da una prospettiva rovesciate delle cose, c’è un altro “re dei camosci”, non fatto di pelo e corna, ma, piuttosto della consistenza di carne e ossa di cui sono fatti gli uomini. L’epiteto di “re dei camosci” era stato attribuito al cacciatore dagli altri uomini del villaggio, che volevano così esaltarne le abilità nel cacciare i poveri animali. Il cacciatore, un abile alpinista di indole solitaria, era giunto anche lui ad un’età in cui si inizia a fare un bilancio della propria vita. Guardando indietro poteva vedere la scia di morte che aveva causato nel regno animale, compresa una femmina di camoscio che aveva lasciato due cuccioli privati della loro mamma.
L’inevitabile scontro tra i due re solitari – uno scontro che sembra proprio simboleggiare il ben più generale conflitto tra il regno animale e quello dell’uomo – aleggia fin dalle prime pagine caricando la narrazione di una tensione palpabile, come l’aria carica di umidità prima di un temporale. Una tensione che pur rendendo greve e fatalistica la narrazione si sa necessaria per preparare il lettore a quell’ultimo duello che Erri De Luca, sapientemente, lascia avvenire per ultimo.
In questo duello, atteso da entrambi da anni ed ora non più rinviabile, si realizza il fine ultimo del racconto Il peso della farfalla. Quasi come per voler incastonare questa scena finale in un ultimo, ulteriore momento poetico, Erri De Luca aggiunge un peso lieve, eppure non più sopportabile, che è, per l’ appunto come da titolo, il peso di una farfalla.
In ogni specie sono i solitari a tentare esperienze nuove. Sono una quota sperimentale che va alla deriva. Dietro di loro la traccia aperta si chiude.
Cenni sul libro
Il peso della farfalla è un racconto lungo del 2009, dopo di esso si sono succeduti molti altri romanzi e racconti nella prolifera produzione letteraria di Erri De Luca. Mi piaceva però ritornare ancora una volta a questo racconto estramente breve e un po’ differente, seppur nelle somiglianze, rispetto agli altri suoi lavori.
Differente lo è per quell’incursione nel genere della favola, simile lo è per gli altri aspetti, quali ad esempio i tratti stilistici – le frasi brevi ed evocative, più simili a sentenze, che a semplici riflessioni – e i cenni autobiografici sparsi qua e là nella narrazione. Perché quest’uomo solitario, scapolo ed esperto alpinista un po’ gli assomiglia al nostro Erri De Luca.
Nel capitoletto finale dal titolo Visita a un albero, una piccola appendice al racconto principale, fa persino un’incursione in quelle alture. L’immagine è quella bucolica dell’autore, e quindi demiurgo, ritratto nella natura nell’atto creativo della stesura dell’opera. A fargli compagnia c’è il cirmolo, un albero solitario.
Ho finito il racconto, il cirmolo intanto ha spostato l’ombra. All’ora del tramonto stampa la sua forma sopra la roccia dirimpetto, nitida come in neve fresca. Gli alberi di montagna scrivono in aria storie che si leggono stando sdraiati sotto.
Scheda del libro Il peso della farfalla

Titolo: Il peso della farfalla
Autore: Erri De Luca
Casa editrice: Feltrinelli
Anno di pubblicazione: 2009
Numero di pagine: 70
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