Alice ed Ester sono le due protagoniste de La gentile di Roberta Lepri, romanzo storico su una figura ben nota a Città di Castello: la baronessa Alice Hallgarten.
Trama – Alice ed Ester, due donne, due sorti avverse e contrarie, sono due facce della stessa medaglia. Alice è la benefattrice, Ester è la beneficiaria, la medaglia è la carità che placa la fame, ma non salva.
Le due protagoniste si incontrano per le strade di Città di Castello, all’inizio del secolo scorso, in una Italia che freme di rinnovamento sociale e di umanisti che si battono per il miglioramento delle condizioni dei più indigenti. Alice è una di loro, una ricca filantropa americana, giunta per vie traverse in Italia, fino a Città di Castello per aver sposato il barone Leopoldo Franchetti.
La baronessa, nonostante le ricchezze, ha una vita lontana dall’essere perfetta. La sua salute cagionevole pende su di lei come una spada di Damocle e un altro dolore la affligge: quello di non poter dare alla luce figli suoi. Così sceglie di riversare il suo cuore ricco d’amore nelle cure dei figli delle famiglie contadine. Per loro apre una scuola nelle sue tenute. La Montesca diventerà una speranza anche per la piccola Ester.
Ester è una bambina povera. Alla sua miseria materiale si aggiunge quella di una famiglia che non la ama. La madre, soprattutto, dimostra il suo disamore rimproverandola per ogni cosa e consegnandole il peso di una casa da gestire, mentre lei si trova a lavoro come serva di una nobile. Il padre, seppur non sia cattivo, è completamente soggiogato dalla moglie. Il quadretto familiare è completato da Nazero, il fratello gemello di Ester, a quale è riservato tutto l’amore della madre, forse a causa di quel suo braccio offeso. Per Ester, il gemello significa solo un’altra incombenza da accudire.
La sua vita sembra poter prendere un’altra direzione quando Alice la invita nelle sue tenute. Ester scopre così per la prima volta la dolcezza della marmellata e, cosa più importante, quella del calore umano che Alice con la sua gentilezza e cura per lei le trasmette. Le due sono legate anche dalla loro religione, il giudaismo. Ester è un’ebrea convertita, una gentile per prudenza, visto che alla sua miseria non sarebbe conveniente aggiungere il pericolo dato dall’appartenenza ad una religione bistrattata. Alice ha lo scudo della nobiltà e della ricchezza, ricorda la madre ad Ester.
Da questo momento, Alice non solo le assicura un’istruzione alla Montesca, ma aiuterà anche la famiglia ad uscire dall’estrema povertà in cui vessava e a rimettersi sulle proprie gambe. Il salto di classe per la famiglia sarà la creazione di una fiorente bottega di ombrelli. Ester, rincuorata dalle attenzione di Alice, sentirà di essere la predestinata alle sue cure. Coltiverà così il sogno di emanciparsi dalla famiglia, diventare maestra e forse un giorno andare in America con Alice.
Ma la famiglia continua ad essere un ostacolo per Ester. La madre, infatti, non vuole saperne di far continuare la figlia negli studi. Alice, benché voglia bene ad Ester, si arrenderà a questa decisione. Questa sofferta rinuncia di Alice innescherà delle conseguenze che ricadranno sul corso della vita di Ester, ma anche sulle sue stesse sorti. La volontà di far del bene e il bisogno di riceverlo, che avevano unito le due donne, si trasformeranno in un altro legame, quello di chi odia e di chi viene odiato. L’odio, come l’amore, si sa, è un sentimento tenace e che unisce, anche dopo la morte.
E poi? Cosa avrei provato, osservando un mondo a cui non appartenevo più, con delle regole e un linguaggio che forse non avrei nemmeno compreso fino in fondo? Mi sarei sentita, ancora una volta, esclusa. Di certo la baronessa avrebbe presenziato alle conferenze e l’avrei rivista. Alla sola idea il cuore mi batteva all’impazzata. Mi sembrava l’aspetto peggiore della faccenda, il più doloroso. Ripensai a quando sognavo che mi portasse con sé in America. Le schiocche speranze e la mia adorante obbedienza.
– La gentile di Roberta Lepri
La gentile narra del percorso di Ester da bambina maltrattata e bisognosa d’amore a ragazza speranzosa e illusa, fino ad un’età adulta, raggiunta troppo presto, in cui resta spazio solo per la disillusione e il risentimento. Se ci sarà posto per il perdono lo potrà dire solo il tempo.
Le narrazioni ne La Gentile
La narrazione di La gentile si svolge su due piani narrativi: quello in prima persona, in cui Ester narra la sua tragica vita, e quello in seconda persona, in cui Alice espone la sua prospettiva. Una prospettiva con una certa distanza, data dall’uso di questa forma insolita, quasi a voler raccontare i fatti dal di fuori. Le due narrazioni si alternano.
La seconda prospettiva, quella di Alice, è quella più propriamente storica, ricca di dettagli storiografici, di testimonianze, di fatti e personaggi dell’epoca. Lo stesso Barone Leopoldo Franchetti fu un importante personaggio storico, fautore dell’unità d’Italia e attento alla questione meridionale. Un’altra celebre figura emerge dai racconti di Alice, Maria Montessori. Le due donne si confrontano in riguardo ai metodi di insegnamento.
L’emancipazione femminile
La gentile, senza averne le pretese, riesce anche a essere un libro sull’emancipazione femminile. È in quel suo indagare nel mondo femminile delle sue eroine, nelle lotte per una vita migliore, che emerge tutta la sua forza. Certo, non è direttamente l’esser donna che impedisce a Ester di avere la vita che vorrebbe, quanto piuttosto il disamore dei genitori, ma per vie traverse l’usi e i costumi dei tempi peggiorano ulteriormente la condizione di Ester. La mancanza di sorellanza, di complicità tra donne, prima da parte della madre e poi da parte di Veronica, le due antagoniste, trasformerà il romanzo nella storia di donne che fanno del male ad un’altra donna.
Ester proverà ad emanciparsi da questo peso, che è la sua famiglia, prima tramite la Montesca, poi con il lavoro alla Tela Umbra. Entrambi creati dalla baronessa. Eppure, per assurdo, proprio nella figura di Alice emergono le contraddizioni del mondo femminile. Se da una parte la benefattrice lotta i miglioramenti delle condizioni di vita delle donne meno abbienti, dall’altra è lei stessa vittima della stessa mancanza di emancipazione. Alice, impegnata in un dare che sfinisce il suo fragile corpo, sente tutto il peso della dipendenza economica dal marito, infatti, nonostante sia ricca di famiglia, non può disporre dei soldi a suo piacimento.
Eri certa dell’appoggio di tuo marito, visto che ti amava e ti stimava, in nessun caso ti saresti aspettata una sua reazione tanto rabbiosa e sproporzionata. Avevi quindi dovuto fare marcia indietro con le maestre, proprio quando il tuo progetto sembrava in procinto di realizzarsi. Ti eri sentita umiliata come mai in vita tua. Una grande lezione. Adesso sai che senza il permesso di Leopoldo non potrai nemmeno fare del bene.
– La gentile di Roberta Lepri
Alice e Ester, due donne, una esistita realmente e l’altra nata dalla fantasia dell’autrice, entrambe resiliente a loro modo, ci ricordano l’importanza della sorellanza, del perdono e di quel bisogno di sentirsi padrone del proprio destino.
Titolo: La gentile
Autrice: Roberta Lepri
Casa editrice: Voland, Rom, 2024.
Numero di pagine: 181
Qui trovate un’intervista su La gentile all’autrice.
Ed ancora un link del blog di Roberta Lepri