Heinrich Böll: Il treno era in orario

Heinrich Böll Il treno era in orario

Parallelamente ai tristemente famosi convogli che trasportavano gli ebrei nei luoghi dell’abomino e della morte, altri treni hanno percorso i binari della Storia. Erano treni carichi di giovani soldati tedeschi, ma non per questo per forza di convinzione nazista, che venivano privati della loro semplice esistenza  e mandati a morire in onore della Grande Germania. Questi treni sono più silenziosi, forse a ragione, perché il peso della colpa di un popolo pesa sull’intera comunità senza eccezioni e inibisce il ricordo. Ma questo non significa che meritino di essere dimenticati.

Il treno era in orario di Heinrich Böll è la storia di uno di questi treni. In questo romanzo breve, l’autore ci porta con sé e con centinaia di altri soldati a bordo dei vagoni stipati e poco arieggiati, ci fa ascoltare il fragore metallico duro e tagliente delle rotaie a contatto con i binari. Ci lascia percepire l’agonia per la mancanza di spazio, la sporcizia, il tanfo e l’angoscia nell’ascoltare la voce indifferente degli altoparlanti che annunciano i luoghi di destinazione e quindi l’arrivo nei luoghi in cui troveranno, probabilmente la morte, senz’altro l’inferno.

Trama: I passeggeri di questo treno

Il protagonista de Il treno era in orario è Andreas, un giovane soldato renano di 23 anni, che nel settembre del ‘43, dopo una breve licenza trascorsa a casa, è costretto a ritornare al fronte. Lo fa con l’agghiacciante e lucida consapevolezza che in questo viaggio troverà la morte, ancor prima di arrivare a destinazione, a Przemysl sul fronte orientale.

Coprotagonisti e compagni di questo viaggio sono altri due soldati, che Andreas conosce sul treno e con i quali instaura un rapporto umano e solidale. Il narratore si riferisce a loro come “der Unrasierte” cioè “quello non rasato” e “il biondo”;  anche loro portano l’orrore della guerra disegnato in volto. Questo viaggio in treno durerà tre giorni, al termine dei quali giungeranno a Lemberg. Qui, grazie alle conoscenze e al denaro di “quello non rasato”, trascorreranno ore di “normalità” lontano dalla guerra, prima in un ristorante, poi in un bordello, dove Andreas avrà ancora il tempo di conoscere la bella pianista Olina.  

Lo stile in Il treno era in orario

La storia è raccontata in terza persona, in una coinvolgente presa diretta sul protagonista Andreas, che in alcuni momenti assume la narrazione in prima persona.

Il treno era in orario è brutalmente reale. I dialoghi sono ridotti all’essenziale e ricalcano il parlato militaresco. Ai pensieri sulla morte e sull’amore spirituale per “gli occhi” di una ragazza, solo intravista da Andreas durante il suo stazionamento in Francia, viene affidata la ripetizione cantilenante, simile ad una preghiera. Qui la prosa assume un aspetto lirico, come se volesse elevarli quegli occhi e i pensieri rivolti alla morte con il linguaggio e lo stile, in contrasto con il linguaggio crudo e diretto con cui descrive le cose meschine, la guerra.

Bald. Bald. Bald. Bald. Wann ist Bald? Welch ein furchtbares Wort: Bald. Bald. Bald kann in einer Sekunde sein, Bald kann in einem Jahr sein. Bald ist ein furchtbares Wort. Dieses Bald drückt die Zukunft zusammen, es macht sie klein, und es gibt nichts Gewisses, gar nichts Gewisses, es ist die absolute Unsicherheit. Bald ist nichts und Bald ist vieles. Bald ist alles. Bald ist der Tod…

Presto. Presto. Presto. Presto. Quand’è “presto”? Che parola terribile: presto. Presto. Presto può essere fra un secondo, presto può essere fra un anno. Presto è una parola terribile. Questo presto restringe il futuro, lo fa diventare piccolo, e non c’è niente di certo, proprio niente di certo, è l’incertezza assoluta. Presto è niente e presto è tanto. Presto è tutto. Presto è la morte…

Il treno era in orario

I luoghi e la carta geografica

Mi sono ritrovata a ripercorrere la cartina come Andreas – quella cartina barattata con quello non rasato in cambio di una bottiglia di liquore – per ricercare quei posti lontani. Alcuni nomi non esistono più: le città sono state rinominate dai nuovi padroni. Per esempio, Lemberg, che nella traduzione italiana è Leopoli, oggi si chiama Lwiw e fa parte dell’Ucraina occidentale.

E Lwiw trascina con sé altri nomi, altre storie di luoghi: Galizia, Crimea, Odesa. Quei luoghi raccontano una storia travagliata, che oggi più che mai è lontana dal trovare pace. Quei luoghi raccontano storie di territori contesi oggi tra Russia e Ucraina e che ai tempi della seconda guerra mondiale appartenevano prima alla Polonia, poi vennero occupati dalla Germania nazista, che creò, insieme a i collaborazionisti ucraini, la divisone delle SS in Galizia.

Er weiß schon, dass er in der Nacht von Samstag auf Sonntag sterben wird, zwischen Lemberg und Czernowitz…in Galizien. Da unten ist Ostgalizien, wo er ganz nah an der Bukowina und an Wolhynien ist. Diese Namen sind wie unbekannte Getränke.

Lui lo sa, che nella notte tra Sabato e Domenica morirà. Tra Lemberg (Leopoli) e Czernowitz (Cernovizza) … in Galizia. Là sotto nella Galizia dell’Est, vicino alla Bucovina e la Volinia. Questi nomi sono come bevande sconosciute.

Il treno era in orario

La fede / la morte

Il pensiero e la consapevolezza della morte sono una presenza costante e opprimente lungo tutto Il treno era in orario. Alla morte è indissolubilmente legata la fede. Andreas, come Böll, è un cattolico pio e intransigente. Il pensiero della morte imminente scatena in Andreas il desiderio e l’obbligo di pregare. Ma Andreas non prega mai per se stesso, mai chiede di salvarsi la pelle. Prega invece per l’altro, per le persone che conosce, ma anche per quei soldati, sul treno, che non si sono ancora resi conto che la fine per la Germania è vicina. Prega soprattutto per gli ebrei delle città polacche.

Sente il bisogno di confessare e redimere i suoi peccati, che appaiono così puerili nella situazione in cui si trova. Andreas è sgomento di essere ancora così attaccato alle cose terrene, come godersi il cibo, fumare e passare la notte in un bordello, anche se presto morirà. Così, come se fosse il compimento di tutta la sua vita, si aggrappa a questa notte in compagnia di Olina. Ne dilata ogni minuto e assapora ogni secondo di quel tempo rubato alla morte. Ma la notte termina e il giorno arriva puntuale e inesorabile.

Se c’è spazio per la speranza e la consolazione ne Il treno era in orario di Heinrich Böll, queste sembrano arrivare, non dalla misericordia umana, ma dal pensiero cattolico e dall’assunto che la vera vita inizia con la morte. “Dovunque io ti conduca sarà la vita”, dice profeticamente Olina.

Il treno era in orario

Titolo: Il treno era in orario

Autore: Heinrich Böll

Edizione originale: Der Zug war pünktlich, 1972, Verlag Kiepenheuer & Witsch, Köln. 124

Dello stesso autore potrebbe interessarti anche L’onore perduto di Katharina Blum