
C’è un leggero malcontento che corre lento e silenzioso nel romanzo di Alessandro Gianetti L’imbattibile lentezza delle tartarughe. Ci si chiede da dove provenga. La risposta più ovvia sarebbe dal protagonista Davide Risatti, ma riflettendoci più a fondo ci si rende conto che, come un flusso di aria condensata di cui è impossibile individuare un centro esatto, è un po’ tutta la società a dolersi. Ma di che cosa?
Davide Risatti ha 40 anni, è un tipo abitudinario, vive da solo se si fa eccezione per la tartaruga Perpetua e da più due anni è disoccupato. C’era stato un tempo in cui l’ex elettricista si era sentito perduto, poi era seguita una fase di apatia in cui non aveva più saputo trovare il senso di inviare curriculum per collezionare rifiuti. Ora una nuova fase si apre nella vita di Davide Risatti. È la lettura di un editoriale del giornalista Girolamo Rovescio ad ispirargliela. Nel pezzo il giornalista denuncia a toni forti le ingiustizie sociali, la sperequazione, più in generale il sistema. Davide che di questo sistema si sente vittima, rimane profondamente colpito dalle parole di Girolamo Rovescio.
È a questo punto che un lento cambiamento inizia a farsi strada nella vita del nostro protagonista. Il suo cambiamento, che non è certo una rivoluzione, è fatto di piccole cose. Innanzitutto prende distanza dai vecchi compagni del sindacato, compreso il buon vecchio Airaldi, rappresentante sindacale e “naufrago” dopo il crollo dell’Unione sovietica. Davide, influenzato dalle letture dell’editorialista, li considera colpevoli di non averlo spalleggiato al tempo del licenziamento. Poi, si procura dei libri di filosofia e sociologia – come La società dello spettacolo di Guy Debord – inizia a informarsi sulle teorie del reddito di base e ne diviene fautore.
Accanto a questo risveglio intellettuale, nasce in Davide il desiderio di costruirsi un piccolo giardino, da sostituire al cortiletto in cemento che ha davanti la porta. Questo suo progetto, che sa quasi di ripicca sulle persone “normali”, cioè gli stipendiati, si scontrerà ben presto con il volere dei conservativi e benestanti condomini del palazzo, ben determinati ad arroccarsi nel privilegio di parcheggiare le bici nel cortiletto. Sarà in grado il “nuovo” Davide di imporre la sua volontà su quella dei condomini? E che ne sarà delle sue nuove idee?
Davide non si sentiva così bene da molto tempo; le sue afflizioni avevano finalmente trovato un medico che prometteva la cura, un dottore capace di trasformare un pomeriggio come tanti in un avvenimento degno di memoria. Un altro manifesto, sulla sinistra, diceva “Tolleranza zero”, e forse era quello che meglio di tutti definiva la sua situazione.
L’imbattibile lentezza delle tartarughe è un libro fatto di prospettive, di opinioni mai monolitiche, ma nemmeno relativistiche. Certo spiccano le opinioni di Davide che vanno cambiando e dell’editorialista, che lo ha influenzato, ma non solo. Accanto alla cornice principale incentrata sulla narrazione in terza persona delle vicende che interessano il protagonista Davide Risatti, si introducono altre voci: Ferriano Araldi, Giovanna, il barbone Renzo, la tartaruga Perpetua.
Sono brevi incursioni, non annunciate ma marcate graficamente da un carattere di scrittura ridotto rispetto a quello della narrazione principale. Da queste personali riflessioni in prima persona emergono i sentimenti dei personaggi secondari. Uno su tutti primeggia: il senso di perdita, espresso in un climax ascendente di cui il barbone Renzo, l’outsider, è l’apice. La perdita del lavoro per Davide; la perdita dei punti di riferimento politici per Ferriano, la perdita delle aspirazioni professionali per Giovanna e, infine, la perdita del senso di appartenenza alla società per il barbone Renzo.
Ma se con Renzo pensiamo di essere arrivati ai confini della società, c’è ancora un altro livello che riesce ad abbracciare un punto di vista ancora più generale, non ai margini della società, ma al di là dei confini dell’umanità stessa. Questa prospettiva c’è data dalla tartaruga Perpetua. La silente coprotagonista di questa storia. È lei, osservatrice silenziosa, a contrapporre la sua immutevolezza ai repentini cambiamenti operati dall’uomo. È lei, infine, a notare quel leggere malcontento nella società, di cui parlavo all’inizio, e che acquista i connotati di un disadattamento o di un mal di vivere proprio della nostra specie.
Non c’è anno in cui non s’inventino qualcosa per rendersi la vita più difficile. Mi sembra, in fondo, ci siano riusciti: hanno complicato a tal punto che nelle loro società – che nome buffo gli hanno dato – non ci sanno più vivere neppure loro.
Scheda del libro L’imbattibile lentezza delle tartarughe

Titolo: L’imbattibile lentezza delle tartarughe
Autore: Alessandro Giannetti
Casa editrice: Arkadia editore
Anno di pubblicazione: 2025
Numero di pagine: 272
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