Lezioni brevi sull’amore
Trama – È sensuale ed è dolce. È desiderio ed è affetto. È carne ed è mente. Tra Natura e Cultura, in questo spazio tra le due, si inserisce la più distintiva tra le pratiche umane, che è anche il tema di Mantieni il bacio: l’Amore. Massimo Recalcati lo condensa in queste poche pagine, sette brevi lezioni, che lezioni non sono, ma decantazioni, viaggi sommari attorno all’amore e alle sue implicazioni.
È stato oggetto di trattati filosofici e di studio scientifico nella psicoanalisi, quello cortese fu al centro della poetica dei trovatori, la letteratura lo risucchia come linfa vitale, da cui nutrirsi per generare le sue opere. L’amore, oh l’amore. Come trattare di un tema così vasto e centrale senza risultare arbitrari nell’illustrare un aspetto e tralasciarne altri?
Massimo Recalcati parte dal presupposto che l’amore non si spiega, ma di amore si può parlare. “A tal punto che si potrebbe persino dire che parlare d’amore sia la sola cosa davvero possibile in amore”. E infatti è proprio nell’ambito linguistico che l’amore nasce e si sviluppa, con quel “ti amo” che si pone come performativo che dichiara e istituisce l’amore nella coppia. Una prerogativa della specie umana, sebbene anche in alcune specie di animali non linguistici sembra possibile parlare quantomeno di monogamia.
Mantenere il bacio – titolo giunto a Massimo Recalcati dal suo inconscio, dopo averlo sentito usare dalla sua istruttrice di pilates durante un esercizio – riassume e fa coincidere in una sintesi perfetta il nostro lato di animale (natura) e di parlante (cultura). Lo fa attraverso la lingua: che è parola d’amore (linguistica) e allo stesso tempo cosa fisica, componente del corpo, aspetto biologico dell’animale umano.
Mantieni il bacio significa mantieni innanzitutto la promessa della lingua; la promessa di un segreto che non si può sciogliere; il carattere straniero e inappropriabile della lingua come lingua dell’Altro.
Mantieni il bacio
Parlare d’amore è anche sempre parlare dell’impossibilità dell’amore, del tentativo, molte volte fallace, di conservarlo in eterno. Parlare d’amore è parlare di desiderio, di figli e di quella deriva che prende il disamore, che si trasforma in odio e in violenza.
Massimo Recalcati attinge a piene mani al mondo della psicoanalisi – con cui è di casa – ed insieme della filosofia, dell’arte e della letteratura per far luce su alcune dinamiche interrelazionali del rapporto a due. Il perdono di un tradimento viene così illustrato con un’immagine poetica, quella del ricostruire un vaso rotto con l’arte giapponese del Kintsugi: la tecnica che non nasconde la rottura, ma, al contrario, la ricompone evidenziandola con fughe d’oro tra i cocci.
Recalcati usa poi La Noia di Moravia come modello per analizzare il comportamento “irrazionale” del protagonista che si innamora della sua amante, Cecilia, solo quando scopre che questa, a sua volta, ha un altro amante e sembra quindi sottrarsi a lui. Nella perdita “dell’oggetto amato” si genera in lui l’ossessione del possesso che sfocia in atti violenti. Indagare e comprendere queste violenze, anche e soprattutto con l’aiuto della psicoanalisi, sembra quantomeno doveroso in una società come la nostra in cui il patriarcato purtroppo genera ancora costantemente vittime.
Stile e costruzione di Mantieni il bacio
Tra il poetico, il filosofico e lo psicoanalitico Mantieni il bacio è il canovaccio che Massimo Recalcati usò per le puntate del suo programma televisivo Lessico amoroso trasmesso su rai3. Del canovaccio ha tutta la forma anche dopo la sua rielaborazione prima di andare in stampa. Il lettore, soprattutto quello allenato alla lettura di saggi filosofici e analitici, non vi ritroverà la sistematicità di una costruzione argomentativa. Né la struttura di un saggio in sé.
Mantieni il bacio ha piuttosto l’aspetto di riflessioni spontanee e sparse intorno al tema dell’amore. In questa costellazione gravitano inevitabilmente i pianeti: desiderio, figli, tradimento e perdono, violenza e separazione. A questi Recalcati aggiunge un primo e un ultimo capitolo dal titolo, rispettivamente, La promessa e L’amore che dura, che prendono in esame il volere degli innamorati di trasformare il loro desiderio per l’Altro, la passione che brucia, da qualcosa di effimero a qualcosa di eterno, al per sempre, nel mantenimento di quel bacio, appunto, che non si consuma.
L’amore che dura contiene l’essenza dell’amore: è un miracolo che non si può spiegare perché la tendenza più propria del desiderio è quella, appunto, di contrapporre il bruciare al durare. Si può però fare una constatazione generale: gli amori che durano sono quelli nei quali ciascuno dei Due ha una certa confidenza con la propria solitudine. Questo significa che il legame d’amore non è tanto il balsamo che conforta la ferita della solitudine, ma è l’incontro tra due solitudini. Per questo Lacan, per definire l’incontro d’amore, propone l’immagine dell’incontro tra due esiliati.
Mantieni il bacio
La scrittura di Massimo Recalcati è piana ed elegante, le parole sono cariche di un grande potere evocativo che punta a sprigionare un coinvolgimento emotivo nel lettore – che sembra aver ben recepito Mantenere il bacio visto il suo successo di vendite – . A prevalere sulle subordinate, che costruiscono un discorso dialettico, sono le preposizioni assertive – quelle frasi facilmente citabili e avulse dal loro contesto originario –.
Il pensiero sullo sfondo
I riferimenti dell’autore sono la cornice di autori, filosofi e psicoanalisti cari a Recalcati. Il punto di partenza è, come sempre, Freud e la sua fondamentale distinzione tra istinto e pulsione. Ma solo per essere superato da un approccio lacaniano e figlio di una rivoluzione, quella del ‘68, che per prima aveva scardinato il vecchio ordine patriarcale. Un esempio tra tutti è dato da L’Anti-Edipo (1972) di Gilles Deleuze e Felix Guattari.
Il lacaniano Massimo Recalcati confuta la tesi freudiana secondo la quale l’amore è il sentimento narcisistico di amare l’immagine ideale di se stesso riflessa nell’Altro; così come la conseguente attribuzione freudiana dell’amore alla sfera dell’appropriazione e dell’avere. Secondo Recalcati, è il donare, piuttosto che l’appropriarsi, il senso ultimo dell’amare, così come è nel nuovo, invece che nel vecchio ideale edipico, che l’esperienza amorosa nasce – seguendo l’indicazione di Sartre ed il suo “La gioia d’amare consiste nell’essere attesi” – come l’esperienza inattesa e imprevista dell’incontro, che sovverte e interrompe il continuum temporale e si pone come una rivelazione. Una rivelazione che può avvenire sempre di nuovo, ricominciare da capo ogni volta in una riproposizione del nuovo.
L’incanto, il miracolo della durata è che questo sguardo – il primo sguardo come il primo bacio – può accadere ancora, ancora un’altra volta ancora. […] Ancora è la parola che rende nuovo l’amore che sa durare e bruciare insieme: ancora è la parola più profonda della durata.
Mantieni il bacio
Titolo: Mantieni il bacio. Lezioni brevi sull’amore
Autore: Massimo Recalcati
Casa editrice: Feltrinelli
Anno di pubblicazione: 2019
Numero di pagina: 128
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Qui trovate un’intervista in cui Massimo Recalcati commenta il suo Mantieni il bacio