La maestra del vetro di Tracy Chevalier

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La maestra del vetro di Tracy Chevalier

Quando ci si affeziona ai propri personaggi, a volte, è difficile lasciarli andare. Quasi impossibile. Tracy Chevalier, perciò, con un pizzico di finzione letteraria, fa piegare il tempo al servizio dei suoi personaggi, ma soprattutto al servizio di Orsola: La maestra del vetro. È allora che il tempo, altrimenti fuggevole e tiranno, diventa molle e malleabile, proprio come il vetro riscaldato si piega ai capricci del suo padrone.

È così che la storia pluricentenaria del vetro di Murano, collegata alla città d’acqua che la sostiene, Venezia, viene raccontata  attraverso una famiglia di vetrai nello spazio di un paio di generazioni (invece che usare una saga famigliare di secoli) senza mai abbandonare la protagonista ed i personaggi principali.

Tutto parte e finisce con lei, Orsola, la maestra del vetro. Nel 1486, quando la storia inizia, l’isola di Murano è la detentrice dei segreti dell’arte della lavorazione del vetro. Le famiglie vetraie sono orgogliose e gelose dei loro lavori. Orsola, una bambina di nove anni, appartiene a una di queste famiglie di maestri vetrai: i Rosso. In quanto donna il suo destino sembra essere limitato ad aiutare la madre nell’accudire la casa ed occuparsi del bucato da lavare a mano, mentre invece i fratelli imparano per diventare loro stessi un giorno maestri.

Con l’improvvisa morte del padre, a causa di un incidente sul lavoro, Orsola ribalterà il corso delle sue sorti. Con l’aiuto di Maria Barovier, una vetraia di successo, e di sua cugina Elena Barovier, Orsola imparerà a lavorare il vetro al lume per crearne delle perle. La sua attività salverà più di una volta la famiglia dalla povertà.

Cambierà anno e cambieranno i secoli ma Venezia, seppur cambiata d’abito, resterà immutabile sfondo delle vicende. Quelle che riguardano la famiglia Rosso, ma anche quelle più generali che abbracciano l’intera Umanità attraverso gli accadimenti storici.

Dalla Venezia mercantile e fiorente alla peste del 1600, dall’occupazione francese a quella austriaca, e ancora le due guerre mondiali fino alla pandemia dei nostri giorni, Venezia vive, prospera, si spegne  e si riaccende inventandosi sempre di nuove nella sue mille sfaccettature come quelle dei suoi vetri.

In tutto questo, Orsola vivrà fra amori e dolori, nascite e morti senza mai perdere la passione per il suo lavoro. Il legame con la sua piccola isola, che sembra rispondere a leggi proprie, dove l’unico modo per spostarsi con i mezzi è prendere la gondola, sarà più forte di qualsiasi altra cosa.   

L’arte di Murano

La Città d’acqua è senza età. Venezia e le isole che ha intorno danno l’impressione di essere fuori dal tempo. E forse lo sono. Venata di canali, la città è costruita su pali di legno nella laguna, e la sua imagine e molta della squisita architettura sono rimaste immutate per centinaia di anni. Oggi le barche vanno a motore, ma il resto del tempo sembra scorrere a una velocità diversa dal resto del mondo.

– La maestra del vetro

È chiaro che Orsola e la sua famiglia sono solo un espediente per narrare la storia del vetro di Murano, le sue evoluzioni e gli ostacoli, più o meno grandi, che il vetro di Murano ha dovuto affrontare nel corso dei secoli. Le tecniche sempre nuove per reinventarsi e non lasciar spegnere quella fornace che arde nei cortili dei maestri vetrai.

Con la stessa passione e precisione con cui Tracy Chevalier aveva saputo incantare i suoi lettori raccontando l’arte e l’uso del colore nella pittura nei suoi precedenti romanzi (da La ragazza dall’orecchino di Perla a La dama e l’unicorno), narra ora di un nostro orgoglio tutto nazionale. È bella l’attenzione stilista con cui racconta della consistenza del vetro, della simmetria di una perla, delle bolle capricciose che si inseriscono nel vetro quando lo si fa surriscaldare e ancora delle sfumature che i diversi strati di vetro riescono a creare. L’autrice fonde questi elementi con quella particolare sensibilità artista che sa riconoscere la mano che rende ogni oggetto unico.

I personaggi de La maestra del vetro e lo stile

La maestra del vetro nonostante sia un libro non propriamente esile, anche per il suo aspetto storico, riesce a leggersi in un soffio. Meravigliosamente scritto e genuino per l’uso di molti dialettismi veneziani sparsi nei dialoghi, che ho apprezzato ancor di più considerate le origini anglofone dell’autrice. Nell’uso di questi dialettismi veneziani mi pare di vederci un vantaggio per noi lettori italiani, al contrario i lettori in lingua inglese hanno lamentato un certo impedimento nella scorrevolezza della lettura proprio a causa di questi dialettismi che sono presenti nell’originale con traduzione alla fine.

Come è prevedibile in un romanzo che copre un arco di tempo così lungo, i personaggi abbondano, ma hanno il vantaggio di non esuberare. Questo è soprattutto dato dal fatto che i personaggi principali rimangono gli stessi nell’arco dei secoli.

Alcuni di questi personaggi sono ben tratteggiati e fatti per restare, altri vengono solo brevemente accennati e non sono altro che delle opache comparse, che fungono da espediente per accennare ad un evento storico o privato. Escono di scena così come erano entrati, senza far rumore. Uno di questo è il figlio di Giacomo, il fratello di Orsola. L’autrice, così attenta alle sorti della protagonista, mi è sembrata un po’ ingiusta con questo personaggio secondario.

Orsola, la maestra del vetro, l’eroina muranese spicca su tutti come simbolo dell’emancipazione femminile nella storia. Questa donna forte e volitiva si aggiunge alla lista delle altre splendide eroine nate dalla penna di Tracy Chevalier. Donne che contro i tempi e contro le sorti avverse sono riesciute modellare le loro vite.

Scheda del libro La maestra del vetro

la maestra del vetro trama e recensione

Titolo: La maestra del vetro

Autrice: Tracy Chavalier

Edizione originale: The Glassmaker, The borough Press, 2024

Edizione italiana: Neri Pozza, 2024

Traduttore: Massimo Ortelio

Numero di pagine: 400

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